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La malattia di Lyme


La malattia di Lyme è un'infezione trasmessa dalle zecche. Si manifesta con segni tipici ma a volte è indispensabile eseguire il test. Vediamo quando.

Che cos’è la malattia di Lyme?

La malattia di Lyme, o borreliosi di Lyme, è un’infezione dovuta al morso di zecca e provocata dal batterio spirocheta Borrelia.

Si tratta dunque di una antropozoonosi, ovvero una di quelle patologie che vengono trasmesse dagli animali all’uomo.

Cosa provoca la malattia di Lyme?

La malattia di Lyme, che prende il nome dalla città americana di Lyme dove fu identificata nel 1976 per la prima volta, è scatenata principalmente dalla specie dei Borrelia burgdorferi. Possono essere agenti di infezione anche altre specie del batterio, a seconda dell'area geografica di riferimento:

  • Negli Stati Uniti, la malattia è dovuta in misura maggiore alla Borrelia burgdorferi e, in misura minore, alla Borrelia mayonii, di recente individuata negli stati centro-occidentali
  • In Europa e Asia, è causata principalmente da Borrelia afzelii, Borrelia garinii e Borrelia burgdorferi

Come avviene il contagio?

Il vettore primario dell’infezione è costituito da una zecca, perlopiù del genere Ixodes, che si è infettata dopo aver morso un animale malato, e che in seguito, trasmette l’infezione all’uomo.

Ospiti privilegiati dalle zecche sono animali selvatici come roditori, cervi, volpi, lepri, caprioli, motivo per cui la malattia si trasmette in particolare a bambini e giovani adulti che risiedono in aree boschive, con una maggiore incidenza nei mesi esitivi e all'inizio dell'autunno.

La borrelia penetra nella pelle attraverso il morso della zecca. Dopo un periodo che può andare dai 3 ai 30 giorni, migra localmente nella cute, intorno alla zona della puntura. Da qui, si diffonde per via linfatica, o per via ematica.

La malattia di Lyme è, quindi, una sindrome multisistemica che può interessare diversi organi, come:

  • Cute
  • Sistema linfatico
  • Sistema nervoso centrale e periferico
  • Sistema cardiovascolare
  • Articolazioni. 

Può colpire in misura minore anche fegato, reni e occhi, manifestandosi con un quadro clinico molto variabile.

Quali sono i sintomi della malattia di Lyme?

I sintomi della malattia di Lyme si presentano con intensità e frequenza che variano in base alla stadiazione della patologia. Se non trattata, l’infezione progredisce attraverso più fasi, coinvolgendo distretti corporei differenti, e dando esito a manifestazioni di grado ed entità diversi. In generale, la malattia di Lyme si manifesta più gravemente nei soggetti immunodepressi o affetti da altre patologie. 

Fase localizzata 

Il primo sintomo della malattia di Lyme è un'eruzione cutanea che viene detta eritema migrante. Questo segno caratterizza la fase localizzata. L’eritema ha un aspetto tipico: si presenta come una macchia anulare di colore rosso che si allarga attorno al morso della zecca e non presenta prurito.

Nell’arco di qualche settimana, compaiono anche:

Fase precoce disseminata

Se non trattata adeguatamente, la malattia può progredire nella fase precoce disseminata, interessando altri distretti corporei e dando esito a manifestazioni che dipendono dalla reazione immunitaria dell’organismo e dell'invasività del batterio. Questa fase della malattia è caratterizzata da debolezza e malessere generale.

Altri sintomi che si possono riscontrare coinvolgono il sistema muscolo scheletrico e il sistema nervoso:

  • Artromialgie, in particolare al ginocchio
  • Neuropatia craniale
  • Meningite
  • Rigidità del collo
  • Febbre 
  • Malessere generale. 

Fase tardiva

La fase tardiva può iniziare mesi o anche anni dopo l’infezione, quando questa può dare esito a:

  • Artrite di Lyme, che interessa le articolazioni
  • Acrodermatite cronica atrofizzante, che interessa la cute
  • Neuroborreliosi tardiva, con interessamento dell’apparato nervoso.

L’artrite di Lyme insorge in circa il 60 per cento di coloro che contraggono l’infezione, in un periodo di tempo che va da diversi mesi fino a 2 anni dalla comparsa dell’eritema migrante. L’artrite colpisce in particolare il ginocchio. Gli episodi di tumefazione intermittente e dolorosa delle articolazioni possono essere accompagnati da malessere generale, astenia e febbre. 

L’acrodermatite cronica atrofizzante si presenta con un eritema di colore viola, localizzato nella stessa zona interessata dell’eritema migrante. A questo, può seguire un edema infiltrato e diffuso e una progressiva atrofizzazione della cute, che modifica irreversibilmente il tessuto cutaneo e sottocutaneo.

La neuroborreliosi è un disturbo neurologico, che provoca: 

Le manifestazioni tipiche della malattia sono:

In alcuni casi, possono presentarsi sintomi post-trattamento, dopo una cura antibiotica efficace, come affaticamento, cefalea e problemi cognitivi. Una diagnosi e un trattamento tempestivi sono di fondamentale importanza per non incorrere nelle complicazioni della fase avanzata dell’infezione.

Quanto dura la malattia di Lyme?

La malattia di Lyme, come accennato nel paragrafo precedente, si differenzia in diversi stadi che hanno una durata specifica. È possibile dire che:

  • La fase localizzata dura dai 4 ai 30 giorni dopo il morso della zecca
  • La fase precoce disseminata ha una durata che va da diversi giorni a diverse settimane dopo il morso
  • La fase tardiva può durare mesi o anni dopo l’infezione. 

Come si diagnostica la malattia di Lyme?

La diagnosi di malattia di Lyme viene effettuata attraverso:

  • L'esame obiettivo dei segni tipici
  • I test sierologici. 

Nelle fasi iniziali, la comparsa dell’eritema migrante è dirimente, soprattutto se supportato da altri segni e sintomi tipici della patologia. Gli esami del sangue, invece, possono essere utili nelle fasi acute e avanzate, per confermare la presenza della malattia.

In cosa consiste il test per la malattia di Lyme?

Il test per la malattia di Lyme ricerca gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta all’infezione del batterio Borrelia, responsabile dell’infezione. Si tratta di due tipi di immunoglobuline:

  • Gli anticorpi IgM (immunoglobuline M), rilevabili nel sangue 2 o 3 settimane dopo l'infezione, e raggiungono il picco massimo circa alla 6° settimana.
  • Gli anticorpi IgG (immunoglobuline G) rilevabili solo dopo diverse settimane successive all’infezione. Raggiungono il picco dopo 4 o 6 mesi e permangono nel sangue per diversi anni. 

Al Santagostino, è possibile eseguire sia il test per gli anticorpi IgG che il test per gli anticorpi IgM.

A cosa serve il test per la malattia di Lyme?

Il test per la malattia di Lyme è utile per stabilire la presenza dell’infezione nelle fasi acute (anticorpi IgM) e nelle fasi tardive (anticorpi IgG). Serve a:

  • Confermare la presenza dell’infezione
  • Diagnosticare le complicanze della fase tardiva a livello cardiaco, neurologico e articolare.

Quando viene prescritto il test?

Il test viene prescritto quando sono presenti i segni e i sintomi della malattia di Lyme sopracitati. Può essere richiesto, inoltre, per i pazienti che vivono, o hanno viaggiato in regioni dove la malattia è endemica, e che sono stati esposti al rischio di contagio.

Che tipo di campione viene richiesto?

Per il test viene prelevato un campione di sangue venoso dal braccio. In presenza di sintomi che possono indicare un coinvolgimento del sistema nervoso centrale, può essere raccolto anche un campione di liquido cerebrospinale, attraverso la puntura lombare.

Che tipo di preparazione è richiesta per il test?

Per il test non è richiesta alcuna preparazione.

Come si cura dalla malattia di Lyme?

Il trattamento della malattia di Lyme si avvale prevalentemente di farmaci antibiotici, come:

  • Amoxicillina
  • Eritromicina 
  • Penicillina G o benzilpenicillina
  • Doxiciclina
  • Ceftriaxone.

Il trattamento antibiotico di solito ha una durata che va dalle 2 alle 4 settimane. Nei casi più gravi, la terapia antibiotica può essere somministrata per via endovenosa. Possono completare il trattamento i farmaci corticosteroidi.

Nella maggior parte dei casi, si guarisce dalla malattia in modo rapido. In una piccola percentuale di pazienti, soprattutto se trattati nella fase tardiva, possono persistere i dolori articolari e le lesioni nervose.

Quanti casi di malattia di Lyme in Italia?

I dati ufficiali riguardanti la diffusione della malattia di Lyme risalgono a una direttiva del Ministero della Salute nel 2000, in cui si riportavano circa un migliaio di casi nel periodo compreso tra il 1992 e il 1998. Le regioni che presentavano il maggior numero di segnalazioni erano il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, l'Emilia Romagna e la Provincia autonoma di Trento. Al contrario, nelle regioni centro-meridionali e nelle isole i casi segnalati risultavano essere sporadici.

Più di recente, il Gruppo italiano di studio sulla malattia di Lyme ha stimato che si verifichino approssimativamente 500 nuovi casi ogni anno nel nostro Paese.

Prevenzione

Per prevenire la malattia di Lyme è possibile adottare alcune precauzioni per ridurre il rischio di infezione, per esempio:

  • Evitare il contatto col suolo e la vegetazione, durante le escursioni
  • Indossare scarpe chiuse e vestiti coprenti
  • Utilizzare repellenti per gli insetti
  • Controllare la presenza di zecche negli animali domestici
  • Controllare frequentemente pelle e vestiti, quando ci si trova in ambienti in cui è possibile il contagio
  • Rimuovere prontamente le zecche, in caso di puntura.