Cerca nel sito
Chiudi

I disturbi dell’umore. Classificazione e terapie


I disturbi dell’umore si caratterizzano per una alterazione di tipo patologico del tono dell’umore. Scopriamo come si classificano e in che modo si più intervenire.

Cosa si intende per disturbi dell’umore?

Con il termine disturbi dell’umore ci si riferisce ad un insieme di patologie differenti se prese insieme, e caratterizzate da specifici sintomi.

Il tratto che accomuna questi disturbi risiede in una alterazione di tipo patologico del tono dell’umore. Come conseguenza principale, la persona si ritrova a vivere un importante disagio psicologico, con possibili ripercussioni negative nella sfera delle relazioni e nell’ambito sociale.

Classificazione dei disturbi dell’umore

Viene operata una classificazione nel DSM-5, ovvero nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, in:

  • disturbi depressivi. Si parla di depressione unipolare, che si manifesta in tristezza, apprensione e colpa, apatia e tendenza all’isolamento. E poi calo del desiderio sessuale e dell’appetito e generale disinteresse nelle azioni quotidiane
  • disturbi bipolari, in cui si alternano episodi euforici a episodi depressivi. Il soggetto vive un aumento di attività in contesto sociale, lavorativo o sessuale, minore bisogno di sonno, alta autostima, eccessiva distraibilità, rapido eloquio.

Quali sono i disturbi dell’umore?

In linea di massima possono comunque essere identificate tre principali alterazioni del tono dell’umore:

  • depressione, che si specifica per una marcata tristezza, ideazioni negative e un sensibile abbassamento della spinta vitale
  • mania, che si caratterizza per una euforia eccessiva, una velocità del pensiero particolarmente marcata
  • umore disforico, presente negli stati misti, in cui si ha una alternanza di episodi maniacali ed episodi depressivi. Può presentarsi nel disturbo depressivo maggiore, o depressione maggiore, oltre che nei disturbi d’ansia. Questo umore si ha specie negli stati misti, come il disturbo ciclotimico o il disturbo bipolare.

Va ricordata anche la distimia, molto simile nei sintomi alla depressione ma caratterizzata da una intensità più bassa e una maggiore durata nel tempo. Prende anche il nome di disturbo depressivo persistente.

Come si manifestano gli sbalzi d’umore

I disturbi dell’umore sono spesso definiti anche disturbi dei ritmi cronobiologici in quanto la loro causa, seppur in larga misura misconosciuta, sembra strettamente connessa ai ritmi ormonali-organici. È proprio questa la caratteristica fondamentale che li contraddistingue dalle altre depressioni.

Sono patologie che si manifestano con fasi caratterizzate da tipici sintomi quali il sentirsi tristi e abbattuti (umore deflesso), rapidi e improvvisi cambiamenti emotivi (labilità emotiva), la mancanza di energie e la mancanza di voglia ad agire anche cose che normalmente provocherebbero piacere ai soggetti colpiti.

La comparsa delle fasi si collega alle stagioni, con manifestazioni più frequenti in autunno e in primavera, sebbene ciascun individuo affetto possa identificare una propria stagionalità, con episodi non necessariamente legati al cosiddetto cambiamento di stagione, ma magari al caldo dell'estate, piuttosto che al grigiore ed al buio dell'inverno.

Altro elemento importante nella malattia dell’umore è la polarità, che consta nel ripresentarsi di episodi depressivi (disturbo depressivo), oppure l’alternarsi di sindromi depressive a fasi di segno opposto, euforiche o maniacali (disturbo bipolare).

Quali sono le cause che possono influire sul loro sviluppo?

L’eziopatogenesi di questi disturbi è di tipo multifattoriale, e le cause che ne determinano lo sviluppo possono essere molteplici. Si parla di fattori puramente psicologici, quindi biologici e sociali. Va anche tenuta in considerazione una predisposizione genetica.

Variazioni patologiche dell’umore possono dipendere da patologie endocrine, che afferiscono alla tiroide, a disturbi di ordine neurologico, come è il caso dei tumori, ad esempio. Eventi della vita, come traumi o lutti, possono incidere notevolmente. Ci sono poi anche le cosiddette cause iatrogene, determinate dall’assunzione di sostanze.

Fattori ormonali

Le fasi possono essere anche in stretta connessione con l’andamento dei cicli ormonali, fra i quali quelli sessuali: le donne che ne sono colpite, per esempio, lamentano delle fasi premestruali mensili particolarmente intense anche dal punto di vista emotivo.
 
La gravidanza, il post-partum e la menopausa possono essere momenti in cui la malattia esordisce o comunque ha maggior probabilità di dare segno di sé o, al contrario, talvolta risente in modo positivo della ritmicità ormonale.

Le fasi di malattia, per loro intrinseca natura, si possono ripresentare tali e quali più volte nella vita di una persona, anche a distanza di anni da una completa remissione dell’episodio precedente.

Terapia e cura dei disturbi dell’umore

Non tutte le alterazioni dell’umore, seppur potenzialmente fonte di sofferenza soggettiva estrema, sono necessariamente depressioni intese come malattia dell’umore.

È fondamentale distinguere con estrema efficacia queste tipologie di disagio, perché tendenzialmente solo le depressioni malattia dell’umore risentono positivamente dell’utilizzo degli antidepressivi, che invece possono non sortire gli effetti benefici desiderati quando vengono dati in modo aspecifico in casi cui il disagio depressivo riferito non è una vera depressione.

Quindi non si giova pertanto di terapia farmacologica o più in generale di terapie antidepressive, ma di altre strategie terapeutiche come la psicologia o la psicoterapia.