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La pediculosi (pidocchi): origine e trattamento

A cura di
Daniela
Pisacane

La pediculosi, infestazione causata dai parassiti chiamati pidocchi, si diffonde facilmente per contatto. Tra bambini e non solo. Ecco tutto quello che c'è da sapere

Cos’è la pediculosi?

La pediculosi, nota con il nome più comune di pidocchi, è un’infestazione che si diffonde attraverso il contatto diretto con una persona aggredita dai pidocchi. Il contesto in cui questa propagazione accade è per lo più la scuola, i luoghi di giochi e di attività sportive. È bene precisare che la pediculosi, che interessa nella maggior parte dei casi i bambini, non è affatto un sintomo, o una conseguenza, di scarsa igiene personale.

Nello specifico, è attraverso il contatto tra capelli che il pidocchio si diffonde. Questa infestazione non determina alcuna situazione di rischio o pericolo di aggravamento, per chi ne soffre, se non un disagio sociale. Non si verifica, per fare un esempio, perdita di capelli.

Attualmente la diffusione dei pidocchi è attestata, senza particolari differenze, sia nei Paesi ricchi sia nei Paesi in via di sviluppo.

Come capire se ci sono i pidocchi?

I primissimi sintomi sono prurito, o solletico, su testa, nuca e dietro le orecchie. I pidocchi del pube sono anche diffusi, quindi anche questa zona potrebbe essere interessata dal prurito intimo.

La causa della pediculosi prende origine dai pidocchi del capo. Questi sono piccoli insetti il cui regime alimentare si basa sul sangue umano: prelevano sangue dalla cute iniettando, allo stesso tempo, una sostanza urticante.

Dopo l’accoppiamento, entro le 24-48 ore successive, le femmine depositano delle uova sul cuoio capelluto, circa 10 al giorno. Complessivamente arrivano a depositare 300 uova durante il ciclo vitale. Le uova aderiscono con tenacia alla base del capello grazie a una sostanza secreta dalla femmina.

Le uova diventano ninfe, che a loro volta nel giro di 7-10 giorni diventano pidocchi adulti, le cui dimensioni si assestano intorno ai 2-3 millimetri. Le uova riescono ad aderire con tale efficacia al cuoio capelluto da rimanere attaccate quando il soggetto passa le dita tra i capelli.

Quale trattamento adottare per i pidocchi?

Il trattamento della pediculosi può avvenire attraverso un buon numero di prodotti con azione chimica. Gli insetticidi, che contengono permetrina oppure piretro, in genere risolvono il problema con una applicazione, uccidendo uova e adulti. Si parla, per lo più, di shampoo o agenti in polvere aspergibile, quando non gel.

Esistono poi olii essenziali, olii minerali e soluzioni a base di siliconi. Questi prodotti producono invece una azione fisica ai danni dei lendini e degli insetti adulti: operano infatti una azione di soffocamento.

Tutti questi sono prodotti relativamente semplici da utilizzare. Risulta comunque importante seguire con scrupolo le indicazioni riportate sul foglietto illustrativo, se si vuole ottenere un trattamento risolutivo ed efficace. Accanto a questi prodotti, poi, viene consigliato l’uso di un pettine a denti fitti, uso che richiede molta attenzione e accortezza.

Grazie al pettine a denti fitti sarà infatti possibile operare una rimozione meccanica di larve e adulti. La rimozione e il controllo di eventuali insetti rimasti sul cuoio capelluto, o più in generale sulla zona interessata, dovrebbe accadere tutti i giorni, fino al secondo trattamento, che di solito accade dopo circa una settimana. Altri controlli dovrebbero essere svolti dopo due settimane, per ridurre al minimo l’eventualità di una recrudescenza dell’azione di questi parassiti.

Il nucleo familiare dei bambini infestati dai pidocchi, oltre ai conviventi e ai compagni di scuola, deve essere sottoposto a trattamento anti-pidocchi. Questo, nei casi in cui ci siano stati contatti nelle 48 ore precedenti al primo trattamento.

Come prevenire la pediculosi?

Come prima indicazione, dal momento che i pidocchi possono attaccarsi al capello e sopravvivono fino a 2 o 3 giorni nell’ambiente, è opportuno limitare le possibilità di contagio anche solo avendo capelli tagliati corti. Questo perché non ci sono prodotti in grado di prevenire l’azione infestante dei pidocchi.

Nel caso in cui fosse stata scoperta una infestazione nel luogo di ritrovo (asilo, scuola, luogo dove viene praticato lo sport), possono essere utili queste azioni:

  • evitare di toccare le teste, data l’azione di diffusione del parassita
  • non condividere alcuno dei propri oggetti personali quali pettini, spazzole, poiché i pidocchi potrebbero diffondersi anche indirettamente
  • disinfettare i propri effetti personali, e in caso anche le superfici, ricordando che i pidocchi vivi, dopo 48 ore, non resistono fuori del loro habitat. A volte è sufficiente mettere a mollo in acqua calda gli oggetti che potrebbero essere stati esposti ai pidocchi, dal momento che questi parassiti non resistono a temperature superiori ai 120°C.

Se si presentano casi di pediculosi in famiglia, o a scuola, può essere necessario controllare sempre con attenzione il bambino. Una luce potente, insieme a un pettine a denti fini, permettono di intercettare e di eliminare con tempestività le uova (lendini) dei pidocchi, così come gli insetti che sono sul punto di infestare il cuoio capelluto, o che eventualmente l’hanno già infestato.