Cerca nel sito
Chiudi

L’andropausa, cos’è e come affrontarla

A cura di
Fabio
Leva

Cos’è esattamente l’andropausa? Quali sono i suoi sintomi e con quale terapia è possibile affrontarla? Le risposte dell’urologo del Centro Medico Santagostino.

Cos’è l’andropausa?

Il termine andropausa deriva da due parole greche: anèr (uomo) e pausis (termine, cessazione). Indica il calo progressivo dei livelli di testosterone, il principale ormone sessuale maschile. Un calo dal decorso lunghissimo, la cui curva di discesa prende il via intorno ai 45, 50 anni e può non manifestare effetti evidenti fino ai 70 anni di età. Si parla invece di andropausa precoce quando il suo esordio accade intorno ai 30, 35 anni.

Gli ormoni maschili sono: androstenedione, deidroepiandrosterone e, appunto, il testosterone. Ad essere responsabili della produzione degli ormoni androgeni, le cellule di Leydig.

Tuttavia, non è possibile fornire una definizione certa e univoca dell’andropausa (come accade nella menopausa femminile). In modo più esatto può essere nominata come sindrome da carenza di testosterone con un decorso, si indicava in apertura, lento e progressivo. 

Cosa succede quando l’uomo va in andropausa?

I sintomi dell’andropausa sono diversi, e interessano più aspetti della fisiologia del soggetto. Tra i principali sintomi ci sono:

  • una perdita graduale di massa magra e un aumento del tessuto adiposo. Questo tessuto si caratterizza per un metabolismo più lento. In età avanzata pertanto il consumo calorico giornaliero diminuisce, e il soggetto è esposto al rischio di sovrappeso
  • possibile perdita di capelli e di peli, specie nella zona del pube
  • una riduzione di densità ossea (osteoporosi), con una gravità inferiore rispetto a quanto accade alle donne, ma con sensibili variazioni in base alle specificità individuali
  • un rischio cardiovascolare in aumento
  • insonnia, oltre a una deflessione del tono dell’umore
  • un calo del desiderio sessuale, un calo graduale, che può includere anche la disfunzione erettile
  • ipertrofia prostatica, che interessa circa la metà della popolazione maschile italiana over 60, e difficoltà nell’urinare
  • vampate di calore, che accadono quando il soggetto, con tumore alla prostata o tumore ai testicoli, è sotto terapia ormonale

E proprio il calo del desiderio e la disfunzione erettile possono essere determinanti per la scelta di effettuare una visita andrologica.

Come si diagnostica l’andropausa?

Nel caso di un possibile deficit androgenico, l’andrologo procede nell’indicare le seguenti analisi:

  • per il dosaggio del testosterone totale e libero
  • per le gonadotropine ipofisarie, ovvero gli ormoni che regolano la produzione del testosterone
  • per la proteina SHBG, la proteina legante gli ormoni sessuali.

La valutazione, attraverso le analisi, continua e include:

L’insufficienza di vitamina D, oltre al rischio di osteoporosi, determina nell’endotelio vascolare una disfunzione. E l’assenza di vitamina D è correlata ai disturbi di erezione. Corretto questo deficit, migliorano i valori ormonali.

Lo specialista approfondisce quindi possibili problematiche alla prostata o di natura infettiva, per quanto riguarda la zona urogenitale. Indaga la funzionalità della tiroide e patologie a carico del sistema cardiovascolare, cofattori o fattori confondenti per il quadro clinico.

Importantissimo lo stile di vita, fattori quali sedentarietà, obesità, ansia oppure stress e fumo di sigaretta sono tutti ai danni della sessualità. Lo specialista deve tenerne conto, altrimenti si corre il rischio di invalidare la terapia.

Come affrontare l’andropausa? E con quali farmaci?

I farmaci che lo specialista può indicare sono riconducibili a una terapia sostitutiva androgenica:

  • testosteroni (per via intramuscolare o con cerotti transdermici) e derivati androgeni, con i quali si interviene sull’impotenza e calo del desiderio sessuale, e al fine evitare che il testosterone diventi estradiolo
  • mesterolone, uno steroide di sintesi, usato per trattare le disfunzioni sessuali determinate dalla diminuzione di testosterone
  • yohimbina, sostanza estratta dalla Pausinystalia yohimbe. Sembra determinare un miglioramento della vita sessuale e del desiderio
  • finasteride, principio usato nei casi di alopecia androgenica.

Senza dimenticare i PDE5i, ovvero gli inibitori della fosfodiesterasi 5. Il Viagra appartiene a questa categoria. Farmaci riconducibili a questa categoria agiscono sul rilassamento dei muscoli del pene, così da aumentare il flusso sanguigno. Agiscono, va specificato, in concomitanza con lo stimolo sessuale.

Nella scelta terapeutica, lo specialista terrà conto di possibili controindicazioni, e si occuperà di monitorare nel tempo la risposta ai trattamenti.

È possibile prevenire l’andropausa?

Questa sindrome rientra in una naturale diminuzione delle capacità maschili di riproduzione, con il termine prevenzione si intende quindi il controllo di alcune patologie che potrebbero amplificare i sintomi legati all’andropausa.

Avere sotto controllo diabete, obesità e ipertensione, dedicarsi all’esercizio fisico in modo costante, evitare l’abuso di alcol e attenersi a una dieta bilanciata sicuramente aiutano l’organismo a mantenere una condizione di benessere.