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Scoliosi. Di cosa si tratta e come si cura

A cura di
Nicola
Ranù

La scoliosi è una curvatura patologica che interessa la colonna vertebrale. Interessa sia i bambini che i soggetti in età prepuberale e adolescenziale.

Che cos’è la scoliosi?

La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale. Può essere definita come una deviazione laterale, dalla durata permanente, della colonna vertebrale.

A questa deviazione si associano quindi:

  • una rotazione vertebrale o, detto in altri termini, uno spostamento dei dischi intervertebrali, 
  • accorciamenti, o retrazioni, che interessano i muscoli e i legamenti della colonna vertebrale.

Qualora non vi fosse rotazione dei corpi vertebrali si parla di paramorfismo, o atteggiamento scoliotico, una condizione che va verso la risoluzione spontanea. Si tratta, più semplicemente, di una postura scorretta, che tutt’al più necessita di una rieducazione.

Chi colpisce la scoliosi?

Questa deformità interessa circa il 3% della popolazione. Se si manifesta prima dei 3 anni, viene definita infantile; dai 3 ai 10 anni viene definita adolescenziale, e proprio 8 casi su 10 sono diagnosticati in età adolescenziale.

La popolazione femminile è interessata in 7 casi su 10. I casi di scoliosi gravi rappresentano lo 0,005%.

A cosa è dovuta la scoliosi?

Nella maggior parte dei casi non è possibile risalire alle cause di questa deformità. Si parla infatti di scoliosi idiopatiche o essenziali, che costituiscono tra l’80% e l’88% dei casi.

Le altre tipologie di scoliosi possono essere:

  • congenite, derivanti quindi da malformazioni dell’apparato scheletrico
  • acquisiste, riferibili a lesioni di origini diverse e riconducibili a traumi, artrite, infezioni o tumori
  • statiche o secondarie, conseguenza di una dismetria degli arti inferiori anche lieve, quindi non superiore ai 3 cm.

Cosa succede se si ha la scoliosi?

Prima di indicare i sintomi, va specificato come la scoliosi ha specifiche definizioni in base alla sua effettiva localizzazione. La scoliosi può essere infatti:

  • lombare
  • dorso lombare
  • dorsale
  • cervico dorsale.

Per misurare le curve scoliotiche, chiamate anche angoli di Cobb, sono utilizzati i gradi. Tra i segni e i sintomi si possono indicare:

  • schiena ricurva in modo visibile
  • mal di schiena, raro nei pazienti giovani ma più presente negli adulti
  • asimmetria tra spalle ed anche
  • rigidità articolare, con la colonna in difficoltà nell’effettuare movimenti normali
  • difficoltà nella respirazione, complicanza molto pericolosa non rilevabile in presenza di scoliosi lievi.

Chi è il medico che cura la scoliosi?

Per la diagnosi e il controllo dell'evoluzione della patologia è necessario affidarsi al medico fisiatra o ortopedico.

Come si svolge la diagnosi?

Con un’anamnesi è possibile sapere se il paziente giovane ha avuto disturbi della colonna vertebrale fin dalla nascita. Con l’esame obiettivo si possono osservare quindi alcuni parametri quali:

  • rigidità della colonna
  • rigidità di anche e ginocchia
  • orizzontalità di spalle e bacino
  • simmetria dei cosiddetti triangoli della taglia, ovvero gli spazi, sul piano frontale del corpo, le cui linee interne delimitano gli arti superiori, e le esterne inquadrano fianchi e torace.

Durante l’esame obiettivo viene eseguita anche una ricerca del cosiddetto gibbo costale, chiamato comunemente gobba, ricerca che viene svolta avendo il paziente flesso con il tronco in avanti. Seguono esami strumentali:

Come si può curare la scoliosi?

Sono possibili tre approcci, o rimedi, per affrontare la scoliosi: fisioterapia, terapia ortopedica e trattamento chirurgico. Gli approcci terapeutici sono stabiliti in base al grado di Cobb:

  • terapia fisica tra 0° e 20° di Cobb
  • corsetto o busto fino dai 21° fino ai 30° di Cobb
  • oltre i 30° di Cobb si ricorre al trattamento chirurgico.

Solitamente, si specifica, la fisioterapia determina risultati positivi quando viene svolta in associazione con una terapia ortopedica. Inoltre, svolgere esercizi fisici mirati, in contemporanea all’adozione di un busto o corsetto, determina una efficacia particolarmente spiccata.

Per quanto riguarda la terapia ortopedica, vengono di norma adottati busti oppure corsetti che intervengono meccanicamente sulla colonna vertebrale, a compensazione della curva scoliotica e imprimendo un movimento di derotazione per le vertebre interessate. Tra i corsetti che vengono utilizzati ci sono:

  • corsetto Cheneau, utilizzato per pazienti di ogni età, con curve scoliotiche flessibili ed elastiche
  • corsetto Milwaukee, usato per ogni età e per ogni tipo di scoliosi
  • corsetto Boston, usato ad ogni età in presenza di curve scoliotiche lombari e rotazione vertebrale permanente.

Approccio chirurgico

Ci sono diversi tipi di intervento chirurgico per la risoluzione di una scoliosi:

  • correzione per mezzo di viti e chiodi chirurgici, in modo tale da fissare le vertebre che determinano la curva scoliotica
  • artrodesi, ovvero la fusione tra due vertebre, così da determinare un callo osseo che salderà le due vertebre interessate
  • epifisiodesi, per arrestare la crescita anomala di una data struttura ossea.

Chi ha la scoliosi può fare palestra?

Parlare di scoliosi non vuol dire automaticamente dover eliminare ogni attività sportiva. Esistono tuttavia alcune accortezze che devono essere tenute in considerazione. Vanno infatti evitate tutte quelle attività fisiche, di tipo agonistico, che possono determinare una forte mobilizzazione della colonna vertebrale, perché potrebbero renderla più facilmente deformabile. Attività quali:

  • ginnastica artistica e ritmica
  • nuoto
  • danza classica.

Sport più adatti, per chi soffre di scoliosi, possono essere calcio, pallavolo oppure tennis, che sono sport di carico, ovvero attività in cui il paziente salta e corre sconfiggendo la forza di gravità. Non presentano controindicazioni anche gli sport asimmetrici come, ad esempio, il tennis o la scherma.

Come dormire?

Si consiglia fortemente di dormire in posizione supina, a pancia in su, avendo cura di lasciare sia le gambe che le braccia un poco aperte.

In questa posizione la schiena ha la possibilità di rilassarsi e, allo stesso tempo, i dischi intervertebrali non hanno più alcun carico, e possono reidratarsi.

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