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Malnutrizione negli anziani. Come trattarla

A cura di
Caterina
Cellai

La malnutrizione negli anziani è l’alterato equilibrio tra il fabbisogno dei macronutrienti e il loro introito effettivo. Con rischi anche severi di mortalità. In che modo va affrontata?

Cosa si intende per malnutrizione in una persona anziana?

La malnutrizione proteico-energetica è un deficit energetico dovuto a una carenza di tutti i macronutrienti rispetto al fabbisogno della persona anziana. Nei Paesi sviluppati la malnutrizione è diffusa tra gli anziani ricoverati e tra i pazienti con malattie che riducono l’appetito o compromettono la digestione, l’assorbimento o il metabolismo dei nutrienti.

La malnutrizione insorge in un anziano più facilmente rispetto alle altre fasce di età. Questo perché con l’invecchiamento l’organismo va incontro a un cambiamento della composizione corporea. Si verificano:

  • diminuzione della massa magra e aumento della massa grassa
  • riduzione dell’idratazione
  • riduzione della mineralizzazione ossea.

Le persone anziane, inoltre, vanno incontro ad una perdita della massa muscolare e sperimentano un aumento del tessuto adiposo. Con l’avanzare dell’età si verifica una diminuzione del segnale della sete e il senso di sazietà ha un incremento. L’insieme di questi fattori determina una riduzione dell’apporto alimentare.

Classificazione della malnutrizione nell’anziano

Le tipologie di malnutrizione possono essere:

  • primaria, quando l’anziano ha abitudini alimentari non appropriate, e determinate da cause ambientali, socio-economiche, patologiche
  • secondaria, nei casi in cui si ha una vera a propria alterazione digestiva, insieme ad un assorbimento intestinale ridotto, un trasporto insufficiente del sangue e una inadatta metabolizzazione delle sostanze nutritive.

Perché un anziano non mangia?

Le cause della malnutrizione possono essere molteplici:

  • riduzione dell’apporto orale di nutrienti, come nell’anoressia o nella iponutrizione
  • perdita dei nutrienti, ovvero malassorbimento
  • aumentati fabbisogni, quindi ipermetabolismo dovuto a infezioni croniche o sepsi
  • alterazioni metaboliche
  • effetti collaterali dei farmaci che l’anziano sta assumendo
  • fattori psicosociali quali povertà, isolamento, depressione
  • disfagia, ovvero difficoltà a deglutire.

In chi si trova nella terza età un simile quadro può essere aggravato da una ridotta percezione degli stimoli corporei (fame e sete), dalla predisposizione a comorbilità psichiatriche o neuro-degenerative e dalla possibile copresenza di patologie quali malattie esofagee, gastriche ed intestinali che compromettono sia le abitudini alimentari che i livelli di assorbimento dei nutrienti.

Qual è il rischio di malnutrizione nell’anziano?

La malnutrizione è un serio problema anche nei Paesi sviluppati, tanto che i costi sanitari della malnutrizione sono maggiori di quelli per l’obesità. Si stima infatti che:

  • 1 paziente oncologico su 5 muore di malnutrizione
  • circa 1 anziano su 3 residente a domicilio è malnutrito o a rischio malnutrizione.

Con quali sintomi si manifesta la malnutrizione?

I sintomi più comuni legati a questo carente stato nutrizionale sono: 

  • apatia
  • irritabilità
  • alterazione dello stato di coscienza
  • atrofia di grasso e muscoli
  • cachessia, o deperimenti. I muscoli si atrofizzano e le ossa diventano sporgenti
  • assottigliamento e disidratazione della cute, che diventa pallida e fredda
  • diradamento dei capelli
  • aumento del rischio di fratture dell’anca e di ulcere da decubito.

Si può inoltre verificare anche un rallentamento della gittata cardiaca: il polso diminuisce così come la pressione arteriosa. Questa situazione può provocare un abbassamento della temperatura corporea che nei casi più gravi può portare al decesso.

In che modo si svolge la diagnosi di malnutrizione?

La diagnosi si basa principalmente sull’anamnesi del paziente e sull’analisi di diversi dati:

  • misurazione di peso, altezza e conseguente BMI. L’indice di massa corporea è dato dal peso [kg]/altezza [m]². Ovvero il peso, espresso in kg, è diviso per altezza, espressa in m, al quadrato
  • determinazione della composizione corporea, ovvero massa magra, massa grassa e distribuzione dei liquidi corporei
  • distribuzione della massa grassa, quindi stima del grasso viscerale, con eventuale plicometria, ovvero misurazione delle circonferenze corporee e dei pannicoli adiposi.

Generalmente, un BMI compreso fra 19 e 24 è indice di normopeso. Si parla di:

  • malnutrizione lieve quando il BMI è 18-18,9
  • malnutrizione moderata quando il BMI è tra i 16-17,9
  • malnutrizione vera e propria quando il BMI < 16.

È importante procedere poi con specifici esami di laboratorio indicati dal medico curante. 

Quali sono le conseguenze della malnutrizione negli anziani?

La progressiva perdita di peso aumenta il tasso di mortalità degli anziani nelle case di riposo e aumenta il rischio di mortalità causato da interventi chirurgici, infezioni o altre patologie. In generale, ad una riduzione dell’apporto proteico-energetico corrisponde: 

  • deficit della risposta immunitaria, con un aumento del rischio di infezioni
  • ritardo della guarigione delle ferite
  • riduzione della funzionalità muscolare
  • riduzione della funzionalità respiratoria, con un conseguente rischio di infezione polmonare o insufficienza respiratoria
  • apatia, depressione e alterazione della qualità della vita.

Cosa dare da mangiare agli anziani inappetenti?

Il principio sta nel garantire all’anziano alimenti semplici e variegati, in modo tale da fornire uno stile di vita alimentare che sia leggero, allo stesso tempo bilanciato e che comprenda:

  • minerali, soprattutto calcio e potassio
  • vitamine, nella fattispecie vitamina D e B12. Presenti in alimenti quali pesce, uova, latticini e carne
  • fibre per il benessere dell’apparato digerente. Legumi, frutta e verdura, cereali integrali.

Cosa fare in caso di malnutrizione?

La malnutrizione lieve o moderata può essere trattata con una dieta equilibrata a cui possono essere aggiunti supplementi, soprattutto quando possono esserci difficoltà nell’assunzione di cibi solidi, e integratori multivitaminici. Per assicurare una corretta alimentazione nell'anziano è necessario fornire, oltre ai nutrienti appena indicati:

  • proteine ad elevato valore biologico utili alla preservazione della massa magra come carne, specialmente bianca, pesce, uova
  • monitorare che l’apporto dei carboidrati, favorendo l’assunzione nelle giuste quantità di carboidrati complessi come pasta, riso, farro, orzo, pane fresco, e diminuendo quella di zuccheri semplici
  • incoraggiare il consumo di legumi, che apportano non solo proteine ma anche micronutrienti essenziali come ferro e calcio.
  • promuovere il consumo di acqua e disincentivare quello degli alcolici.

Nel caso invece di malnutrizione grave è necessario il trattamento ospedaliero. Il trattamento della malnutrizione è anche legato alla patologia di base e ad alcuni accorgimenti che possono essere presi nel caso dei pazienti istituzionalizzati, e comprendono l’alimentazione assistita, a domicilio nel caso di limitazioni funzionali, e la qualificazione della zona del pasto.