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Psoriasi. Sintomi, cause e trattamenti

A cura di
Silvia
Marchetti

La psoriasi è una patologia infiammatoria della pelle che determina una crescita dell’epidermide di tipo anomalo. Come si presenta? Quali trattamenti prevede?Le risposte della dermatologa del Santagostino.

Cos’è la psoriasi?

La psoriasi è una patologia infiammatoria, dall’andamento recidivante e cronico, a carico della pelle. Si tratta di una dermatosi che non è contagiosa né infettiva, caratterizzata dalla presenza di prurito, in modo lieve o più marcato. Non sono state riscontrate particolari differenze d’incidenza né tra uomini e donne né in base all’età della persona affetta.

Il suo decorso è cronico e recidivante perché compare, per poi scomparire, spontaneamente. Le recidive possono essere determinate dall’esposizione del soggetto a fattori scatenanti. Una percentuale di pazienti compresi tra il 5% e il 30% sviluppa una artrite psoriasica, un tipo di artrite infiammatoria cronica.

Nonostante questa dermatosi non metta a rischio la vita del paziente, tuttavia può incidere negativamente sulla qualità della vita: a partire dall’immagine che il paziente ha di sé, fino al tempo necessario per il trattamento delle lesioni, sia sul cuoio capello che sulla cute, e per la cura degli indumenti e delle lenzuola.

I suoi sintomi si manifestano principalmente in due fasce d’età:

  • tra i 20 anni e i 30 si registra solitamente l’esordio
  • tra i 50 anni e i 60 si ha un ulteriore picco d’incidenza.

Nei bambini è piuttosto rara, e quando si manifesta prima dei 15 anni tende a svilupparsi in forme gravi.

Come si manifesta?

La principale manifestazione della psoriasi è data dalle papule, definibili come lesioni cutanee, o a carico delle mucose, che si presentano in rilievo, sono solide e hanno una consistenza e un colore che possono variare. Un secondo sintomo è dato da placche di colore rosso e dai margini piuttosto netti.

Queste chiazze di tipo eritematoso risultano ricoperte da squame dal colore biancastro. È importante sottolineare come queste lesioni possono risultare asintomatiche o, al contrario, determinare un prurito, come si accennava, sia lieve che più importante.

I principali sintomi sono l’insorgenza di papule e placche, la presenza di eritemi, ovvero degli arrossamenti della cute, bruciore. Il soggetto avverte quindi una sensazione di tensione nella cute e può manifestarsi una desquamazione nelle zone in cui sono presenti le lesioni.

L’iperproliferazione dei cheratinociti

L’insorgenza dei sintomi è determinata da una iperproliferazione dei cheratinociti dell’epidermide. I cheratinociti sono cellule che costituiscono l’epidermide, lo strato più superficiale della pelle, per il 90% e sono i responsabili per la sintesi della cheratina, proteina fibrosa che ha la funzione di tollerare stimoli meccanici, anche importanti. Aumenta dunque la resistenza della pelle.

L’iperproliferazione dei cheratinociti, che accade contestualmente all’infiammazione tanto dell’epidermide quanto del derma, è la causa della manifestazione dei sintomi tipici di questa dermatosi, le placche e la desquamazione. Il ricambio delle cellule della cute si verifica con rapidità, tra i 3 e i 7 giorni, rispetto ai 28 giorni fisiologici.

Dove colpisce la psoriasi?

Le placche dovute alla psoriasi tendono a presentarsi:

  • sulle ginocchia
  • nella zona sacrale
  • sui gomiti
  • sulle mani
  • sui piedi
  • sul cuoio capelluto.

Possono essere interessate anche le labbra e la bocca, le orecchie, le palpebre e le unghie. Infine, le placche possono manifestarsi nelle zone in cui siano presenti delle pieghe della pelle.

Quali organi colpisce la psoriasi?

In circa un caso su tre, alla psoriasi è associata l’artrite psoriasica, una forma di artropatia di tipo infiammatorio che determina gonfiore, dolore e rigidità delle articolazioni.

La psoriasi non colpisce in senso stretto altri organi. È più opportuno parlare di comorbidità, quindi concomitanza con ulteriori patologie. I pazienti che soffrono del mordo di Crohn hanno una più elevata prevalenza di psoriasi. Altre patologie metaboliche associate possono essere il diabete, l’ipercolesterolemia, l’obesità.

È stato rilevato anche un aumento del rischio di ipertensione, con un associato rischio di sviluppo di patologie cardiovascolari.

Quante forme di psoriasi esistono?

La psoriasi può presentarsi sotto diverse forme. In ordine decrescente di incidenza ci sono:

  • psoriasi a placche, definita anche a chiazze o volgare. Rappresenta l’80% dei casi, si manifesta nell’età adulta e interessa la parte bassa della schiena, le ginocchia, i gomiti e il cuoio capelluto. Esordisce con papule che, una volta estese, diventano chiazze rosse e in rilievo, sopra le quali si ritrovano squame dal colore bianco argento. Se grattate via, si determina sanguinamento
  • psoriasi guttata, in cui le papule hanno la forma di una goccia. È la tipologia che interessa il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza e si manifesta nella maggior parte dei casi il tronco, per poi estendersi a mani, piedi, viso e cuoio capelluto. Tra i sintomi correlati si indicano febbre, diarrea e dolore articolare
  • psoriasi inversa, chiamata anche psoriasi fessurale. Si manifesta nelle pieghe della cute, solitamente nella zona genitale, sull’inguine, nella zona sottomammaria e nella piega interglutea. I soggetti colpiti soffrono di diabete, obesità o sono anziani. Le papule, dato il tipo di zona interessato, macerano. È un tipo di psoriasi estremamente resistente ai trattamenti
  • psoriasi eritrodermica, nella quale circa l’80% della superficie del corpo è interessata dall’eritema, e dall’esfoliazione. Si verificano dolore, gonfiore e prurito. Può portare a disidratazione e causare infezioni secondarie, richiedendo l’ospedalizzazione
  • psoriasi pustolosa, dalla manifestazione estesa e nella quale le pustole contengono pus. In questa seconda forma grave di psoriasi si possono riscontrare parestesie, febbre, prurito e disidratazione.

Ulteriori forme di psoriasi

Tra le altre forme che possono verificarsi, si indicano poi:

  • la psoriasi palmo plantare, che interessa le piante dei piedi e le mani
  • la psoriasi oculare, che si manifesta in prossimità degli occhi
  • la psoriasi ungueale, relativa alle unghie e riscontrata in circa il 30% dei pazienti.

Qual è il motivo per cui viene la psoriasi?

Attualmente non si conoscono cause univoche e certe per l’insorgenza di questa dermatosi. È stato riconosciuto un ruolo riconducibile ad una predisposizione genetica e ad una alterata funzionalità del sistema immunitario.

L’iperproliferazione dei cheratinociti sembra essere attivata da specifici tipi di linfociti T, ovvero Th1 e Th 17. L’attività di questi linfociti è a sua volta promossa dalle cellule dendritiche, che reagiscono in modo inappropriato agli antigeni self, un tipo di proteina del sistema immunitario che può essere riconosciuta come potenzialmente pericolosa oppure estranea. In estrema sintesi, la psoriasi presenta una dinamica da patologia autoimmune.

Accanto al fattore genetico c’è poi un insieme di fattori ambientali, di abitudini e comportamenti che hanno un ruolo scatenante rispetto alla psoriasi:

  • stress, in termini sia fisici che psichici. Può accadere che la psoriasi, latente in un soggetto, si manifesti anche sei mesi dopo un avvenimento stressante
  • traumi di tipo meccanico, ferite casuali o ferite chirurgiche. I traumi possono non essere acuti o particolarmente forti, ma se ripetuti nel tempo incidono maggiormente
  • infezioni, possono incidere sull’insorgenza. Specie se si tratta di infezioni dovute a streptococco e da virus che appartengono alla famiglia dell’herpes, come l’herpes Zoster, l’Epstein Barr o il citomegalovirus.

Incidono negativamente anche alcune abitudini che dovrebbero essere eliminate. Abitudini quali il fumo, l’eccessiva esposizione solare, tale da determinare scottature, e l’abuso di alcol.

Come capire se si tratta di psoriasi?

Una diagnosi di psoriasi avviene nel corso di una visita dal medico o dallo specialista dermatologo, e avviene attraverso un esame fisico e obiettivo.

Solitamente viene cercato il segno di Auspitz. Con questo termine si intende la manifestazione puntiforme di emorragie una volta che sia stata grattata la pelle, in modo delicato, interessata dalla psoriasi, per eliminare lo strato più esterno.

È possibile, anche se accade raramente, che sia prelevato un campione della pelle per effettuare un esame di laboratorio, nello specifico una biopsia della pelle.

Chi soffre di psoriasi vive di meno?

Uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Dermatology ha posto in evidenza un leggero aumento nel rischio di cancro, segnatamente il carcinoma dei linfomi e dei cheratinociti, in chi soffre di psoriasi, ma solo nei casi in cui non è stata svolta una terapia biologica, o con diagnosi di artrite psoriasica.

Sempre su Jama Dermatology è stata pubblicata una meta-analisi da cui si evince che i pazienti con forma grave di psoriasi incorrono nel rischio, di avere un tumore, maggiore del 22%.

Come si guarisce dalla psoriasi?

Il trattamento della psoriasi, va subito indicato, varia con il variare della risposta individuale. Non ci sono pertanto farmaci più validi di altri. Il protocollo terapeutico viene stabilito in modo personalizzato, solo in seguito all’esame diagnostico.

Si può affermare poi come le terapie per il trattamento della psoriasi hanno di base due obiettivi:

  • aiutare il paziente a raggiungere periodi di remissione, mantenendo sotto controllo l’infiammazione quando è in una fase attiva
  • evitare che il quadro dei sintomi peggiori.

Non è possibile ottenere una guarigione completa da questa malattia, che è di tipo cronico. E per questa stessa ragione sono necessari follow-up periodici anche durante le fasi di remissione.

Quanto tempo dura la psoriasi?

Dal momento che si tratta di una patologia cronica, per di più recidivante, la psoriasi tende a durare per tutta la vita del paziente.

Quali sono i cibi da evitare per la psoriasi?

Ci sono alcuni alimenti la cui assunzione è associata alla manifestazione di infiammazioni. Si tratta di alimenti che dovrebbero essere evitati da parte di chi soffre di psoriasi:

  • zuccheri aggiunti presenti in bevande zuccherate e negli energy drink, nei dolci, nei cereali pronti
  • carboidrati raffinati presenti in pane bianco e riso bianco e negli snack industriali
  • oli raffinati di mais, di arachidi, di girasole e di soia
  • insaccati e hamburger
  • alcol, da assumere sempre con moderazione.

Trattamenti per la psoriasi

Tra gli approcci terapeutici per il trattamento della psoriasi si indicano:

  • terapia topica, utilizzata per le forme più lievi. Deve essere indicata dallo specialista dermatologo e prevede l’applicazione locale di spray, pomate, gel, schiume oppure creme. Tra i princìpi attivi si segnalano i cheratolitici come l’acido glicolico e l’acido salicilico, oppure olio di mandorla e glicerina con funzione idratante ed emolliente. Cortisonici, da usare con estrema moderazione e sotto indicazione medica. Per il cuoio capelluto, shampoo o lozioni con catrame vegetale o minerale
  • terapia sistemica, che prevede l’assunzione in forma orale di princìpi attivi quali la ciclosporina o il metotrexato. Questa terapia può comportare effetti collaterali, come disturbi grastrointestinali o nausea
  • farmaci biologici, utilizzati come seconda scelta quando le altre terapie non hanno sortito effetto. Agiscono per determinare immunosoppressione, con buoni margini di risultato, e sono ottenuti con tecnica del DNA ricombinante.

Nei casi di psoriasi a placche viene adottata la fototerapia, che richiede circa 2, massimo 3 settimane di sedute, con esposizione graduale, per produrre risultati di rilievo, ed è meno efficace sul cuoio capelluto.

La gestione dello stress, attraverso una opportuna attività fisica o il ricorrere a specialisti psicologi o psicoterapeuti, può essere considerata parte integrante delle strategie terapeutiche.

Cosa succede se non si cura la psoriasi?

Trascurare questa condizione può determinare una serie di conseguenze quali:

  • peggioramento dei sintomi, fino a incidere negativamente sulla qualità della vita
  • aggravamento delle lesioni cutanee, con placche più estese e spesse e maggiormente distribuite sulla pelle
  • infezioni a carico della cute, dal momento che la cute stessa risulta essere più suscettibile alle infezioni batteriche, fungine o virali. Questa eventualità richiederebbe trattamenti aggiuntivi.

Non va trascurato l’impatto psicologico, dal momento che il paziente può subire un conseguenze negative e significative sulla propria salute mentale e benessere emotivo con una riduzione della propria autostima, ad esempio, o interferenze nei rapporti sociali.

 

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