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Lo streptococco: che cos’è e come si contrae


Lo streptococco è un genere di batteri che comprende circa 20 specie diverse: alcune vivono innocue, altre invece ad elevata patogenicità

Che cos’è lo streptococco?

Lo streptococco è un genere di batteri che comprende circa 20 specie diverse: alcune commensali (vivono nel nostro organismo senza provocare malattie), altre invece sono ad elevata patogenicità.

Lo streptococco maggiormente responsabile delle infezioni nell'uomo è lo streptococco Pyogenes, appartenente alla categoria dei beta emolitici del gruppo A, che causa numerose patologie tra cui la più comune è la faringite, ma anche la febbre reumatica, la scarlattina, infezioni della cute e dei tessuti molli e numerose altre.

Oltre al gruppo A, ne esistono di altri, suddivisi in base alla composizione chimica dei patogeni, al loro aspetto in coltura e alle modalità di trasmissione.

Gli streptococchi del gruppo A si trasmettono attraverso le cosiddette droplet, ossia le goccioline emesse nell’aria da naso e bocca quando una persona infetta tossisce o starnutisce. Si possono contrarre i patogeni di questo gruppo anche attraverso il contatto diretto con ferite cutanee infette.

Ambienti affolati come scuole, caserme o spazi pubblici chiusi in generale sono i luoghi tipici nei quali questi batteri sono in grado di diffondersi.

La trasmissione al neonato attraverso le secrezioni vaginali durante il parto vaginale, invece, è tipica degli streptococchi che appartengono al gruppo B.

Esistono poi gli streptococchi viridans che si trovano fisiologicamente nel cavo orale anche di soggetti sani. Tuttavia, questi patogeni possono riversarsi nel sangue, in particolare in quei pazienti che hanno sviluppato infiammazioni gengivali e parodontali, arrivando a infettare, nei casi più gravi, le valvole cardiache e provocando endocarditi.

Che cosa causa lo streptococco?

L’infezione da streptococco può manifestarsi con un’ampia gamma di sintomi, che variano in base alla sede dell’infezione.

La manifestazione più comune è, come detto, la faringite, ossia l’infiammazione alla gola. 

La faringite da streptococco è piuttosto comune tra i bambini di età compresa tra i 5 e i 15 anni, mentre è assai più rara sotto i tre anni. Si presenta con bruciore alla gola, febbre, brividi e una sensazione diffusa di malessere. Si possono accusare anche mal di testa, nausea e vomito.

La gola è arrossata e possono comparire placche. Le tonsille sono gonfie, così come i linfonodi presenti sul collo, che risultano ingrossati e dolenti.

Altre manifestazioni possibili dell’infezione da streptococco sono la cellulite - con pelle arrossata e tessuto cutaneo dolente ed edematoso, l'impetigine - a causa della quale si formano ulcere con croste giallastre - e la fascite necrotizzante, quando ad infettarsi è il tessuto connettivo che forma una fascia attorno ai muscoli. I pazienti con fascite necrotizzante possono accusare anche febbre, brividi e dolore nelle aree colpite dall’infezione.

Gli streptococchi, infine, sono responsabili anche della scarlattina, un’infezione che si manifesta con eruzioni cutanee sul volto, che si diffondono successivamente anche al tronco, alle braccia e alle gambe.

Come si capisce se si ha lo streptococco?

Abbiamo visto come una delle patologie più comuni causate dallo streptococco sia la faringite (mal di gola). In questi casi una diagnosi tempestiva, cui segue l’avvio di una terapia antibiotica, è molto importante per scongiurare il rischio di complicanze come la febbre reumatica. 

Tuttavia i sintomi della faringite da streptococco del gruppo A sono, nella maggior parte dei casi, molti simili a quelli di altre infezioni di origine virale nella stessa sede. Per questa ragione, si rende necessaria l’analisi in coltura su un campione prelevato dalla gola per determinare il tipo di patogeno responsabile dell’infezione.

Esistono anche dei test rapidi, eseguibili nel giro di pochi minuti, attraverso dei tamponi con cui si preleva un campione dalla faringe, che danno risultato positivo (presenza di infezioni da streptococco) o negativo. Questi test, tuttavia, sono meno affidabili delle indagini di laboratorio, in quanto in alcuni casi possono restituire dei falsi negativi. In presenza di questi risultati, tra gli adolescenti o i bambini, si rende quindi necessaria anche l’analisi in coltura. 

In caso di impetigine o cellulite, la diagnosi può essere formulata anche solo sulla base delle manifestazioni sintomatologiche

Per la fascite necrotizzante, infine, possono essere richieste Tac, risonanze magnetiche o analisi in coltura e, più raramente, la chirurgia esplorativa.

Quanto è pericoloso lo streptococco?

Le infezioni da streptococco, se non trattate adeguatamente, possono portare a complicanze anche severe, nel caso in cui si diffondano nei tessuti adiacenti la zona di origine.

In alcuni casi, l’infezione può arrivare a colpire anche organi distanti come i reni. Alcuni pazienti possono sviluppare un’infiammazione di questi organi nota come glomerulonefrite o, come abbiamo detto, la febbre reumatica.

Quest’ultima non è un’infezione vera e propria, ma la conseguenza di una reazione infiammatoria allo streptococco. Solitamente colpisce le articolazioni, il cuore, la pelle e il sistema nervoso.

Nella maggior parte dei casi, la febbre reumatica si risolve senza conseguenze gravi, ma in alcuni pazienti possono esserci danni permanenti a carico del cuore.

Pur colpendo soggetti di qualsiasi età, la febbre reumatica è più comune nei soggetti di età compresa tra i 5 e i 15 anni.

Le tossine prodotte dagli streptococchi che appartengono al gruppo A, inoltre, possono causare una sindrome da shock tossico che causa febbre, eruzioni cutanee, ipotensione arteriosa e scompensi a molteplici organi.

Come si elimina lo streptococco?

A seconda delle manifestazioni sintomatologiche determinate dall’infezione da streptococco viene impostata la terapia più adeguata.

In caso di faringite, i disturbi tendono a risolversi, anche senza alcun tipo di terapia specifica, nel giro di massimo un paio di settimane.

Lo streptococco, in ogni caso, è particolarmente sensibile al trattamento antibiotico, in particolare quello a base di penicillina

La sua somministrazione serve anche a evitare che l’infezione si diffonda causando complicanze come febbre reumatica o glomerulonefrite. Quando colpisce l’orecchio medio, può scongiurare la diffusione ai seni paranasali. Inoltre, l’antibiotico limita il rischio che l’infezione si diffonda da persona a persona.

Nella maggior parte dei casi, la terapia antibiotica va seguita per dieci giorni.

Altri sintomi che possono essere causati dall’infezione, come febbre, mal di testa e mal di gola, possono essere trattati con FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) o paracetamolo.

Nel caso in cui si sviluppino complicanze severe come endocarditi, celluliti gravi o fasciti necrotizzanti, è necessario che la penicillina venga somministrata per via endovenosa. In alcune eventualità, vanno associati anche altri antibiotici perché la terapia sia pienamente efficace.

In particolare, per i pazienti con fascite necrotizzante - che vengono trattati nelle unità di terapia intensiva - è necessario intervenire chirurgicamente rimuovendo il tessuto necrotico infetto.