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L’aborto spontaneo (o aborto naturale)


L’aborto spontaneo (o aborto naturale) è la perdita di una gravidanza per cause naturali. Cause, fattori di rischio e consigli: tutto quello che si deve sapere

Che cos’è l’aborto spontaneo?

L’aborto spontaneo, che avviene per cause naturali senza essere indotto, porta all’emissione e alla perdita dell’embrione o del feto, di peso fino a 500 grammi, prima della ventesima settimana di gestazione; colpisce circa il 20% delle gravidanze effettive. L’aborto spontaneo comprende sia l’aborto precoce che va a collocarsi entro le prime 12 settimane di gestazione che l’aborto tardivo che rientra tra le 13 e le 21 settimane.

L’aborto spontaneo può essere distinto in:

  • aborto completo, quando si ha sia l’espulsione dell’embrione o del feto che degli annessi ovulari
  • aborto incompleto, se una parte viene trattenuta nella cavità uterina
  • aborto interno, quando non si ha l’espulsione all’esterno dell’embrione o del feto entro un limite di 24 ore

Le cause comuni di un aborto spontaneo

Gli aborti spontanei, che avvengono nelle prime settimane di gestazione sono i più frequenti, sfiorano addirittura l’80%. Circa la metà delle cause di questo genere di aborti va ricercata nelle anomalie cromosomiche che derivano dagli errori di gametogenesi, ovvero gli errori che avvengono durante il processo che porta alla formazione dei gameti, le cellule sessuali mature, capaci di fecondare o essere fecondate. 

Se le cause sono di difficile comprensione è possibile che ci si trovi di fronte a uno di quei casi in cui il proseguimento della gravidanza è stato frenato da eventi accidentali che rimangono per lo più ignoti.

Altre cause possono essere:

  • difetti della fase luteinica che portano a una carenza nella produzione di progesterone, ormone fondamentale per il mantenimento della gravidanza fino alla quinta settimana
  • malattie croniche scarsamente controllate come l’ipertensione arteriosa, il diabete e i disturbi della tiroide nella madre
  • malattie autoimmuni
  • disordini del metabolismo della fibrina e del fibrinogeno
  • infezioni locali
  • patologie infettive come toxoplasmosi e i virus della rosolia capaci di infettare il feto e provocarne la sofferenza e la morte
  • anomalie uterine congenite o acquisite
  • sindrome dell’ovaio policistico (PCOS)
  • fibromi uterini
  • incontinenza cervicale che porta il collo uterino a dilatarsi con precocità
  • cause iatrogene come alcune procedure di diagnostica prenatale
  • l’abuso di tabacco, alcol e le intossicazioni professionali (come da piombo e mercurio).

Come si fa a capire se si ha avuto un aborto spontaneo

In caso di aborto precoce è possibile che non si abbiano sintomi (aborto silente) e in questo caso è fondamentale una diagnosi clinica con un controllo mediante ecografia, capace di accertare l’assenza del battito cardiaco nel feto. In altri casi invece possiamo avere sintomi quali perdite ematiche abbondanti, dolori intensi e contrazioni uterine. Ma i sintomi possono comunque variare a seconda della storia clinica di ciascuna donna.

Dopo l’aborto spontaneo potrebbero presentarsi anche febbre, dolore e talvolta sepsi (aborto settico) a causa dello svilupparsi di un’infezione per una mancata espulsione dall’utero di alcuni prodotti del concepimento.

Cosa fare dopo un aborto spontaneo

Solo dopo aver accertato l’eventuale aborto spontaneo con una visita ginecologica, un’ecografia e la determinazione quantitativa della subunità beta di gonadotropina corionica umana (beta-hCG), è possibile intervenire in maniera differente a seconda del mese di gestazione nel quale ci si trovava.

In caso di aborto nelle prime settimane di gravidanza è possibile sia attendere l’espulsione del materiale abortivo dall’utero (anche grazie all’utilizzo di farmaci in grado di facilitare la contrazione delle stesso) sia effettuare l’aspirazione e il raschiamento della cavità uterina. Diversamente è sempre consigliabile di effettuare un intervento.

In quale settimana di gravidanza si è fuori pericolo

È durante la tredicesima settimana di gravidanza che il rischio di aborto scende in maniera sensibile, ma non si può stabilire con certezza un periodo nel quale una gravidanza sia sicuramente fuori pericolo da un possibile aborto spontaneo. 

Sicuramente uno stile di vita sano è in grado di influire positivamente sull’andamento di una gestazione. Non fumare, fare attività fisica e seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata sono fattori che influiscono a favore di una gravidanza.

Ripercussioni psicologiche dopo un aborto spontaneo

Molti studi sottolineano come a un anno da un aborto spontaneo il 20-30% delle donne soffra di patologie psichiatriche come depressione e ansia. Queste si riscontrano maggiormente in quelle donne che affrontano per la prima volta una gravidanza, rischiando di rappresentare un aspetto critico e significativo anche in una gestazione futura. 

Le donne sviluppano l’attaccamento al feto già in gravidanza e questi processi psicologici vanno molto spesso al di là del controllo cosciente della madre. Per questo è necessario che venga fornito un supporto psicologico a queste donne per affrontare i sensi di colpa, il dolore della perdita e le relazioni con gli amici e la famiglia. Siamo di fronte in tutto e per tutto a un lutto che deve essere affrontato in ogni suo aspetto.

La scheda si basa sulle informazioni contenute nel "Dizionario Medico" di Antonio Cancellara (Verduci Editore)