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Cefalea a grappolo: che cos’è e come curarla


La cefalea a grappolo è una forma di cefalea primaria dalle cause ancora poco chiare, caratterizzata da un dolore intenso all’altezza dell’occhio: cause e sintomi

Che cos’è la cefalea a grappolo?

La cefalea a grappolo è una forma rara di mal di testa, che fa parte del gruppo delle cefalee primarie, ossia quelle forme in cui la patologia primaria è proprio la cefalea, che è determinata da predisposizione personale, fattori chimici o ambientali.

La caratteristica tipica della cefalea a grappolo è un dolore intenso all’altezza dell’occhio, che può essere associato ad altre manifestazioni quali arrossamento della congiuntiva e lacrimazione, così come produzione di muchi dal naso

Questa forma di mal di testa, inoltre, compare in giornate consecutive e, nella maggior parte dei casi, a cadenza regolare, durante le stesse ore, per un arco temporale che può arrivare anche a un paio di mesi.

Ci sono, poi, dei periodi dell’anno maggiormente a rischio, in cui le probabilità di sviluppare questa forma di cefalea aumentano: si tratta delle stagioni autunnale e primaverile.

Le fasi attive, così definite in quanto caratterizzate dagli attacchi, si alternano ai periodi di remissione, in cui il paziente è libero dal mal di testa. Questi possono durare anche anni.

A tal proposito, si parla di cefalea a grappolo episodica quando le crisi di mal di testa si alternano alle fasi di remissione e di cefalea a grappolo cronica quando i sintomi si protraggono per almeno un anno senza alcuna remissione.

L’incidenza della cefalea a grappolo è di uno su 500-1000, può colpire pazienti di qualsiasi fascia di età, ma ha una prevalenza maggiore tra gli over 20, in particolare se di sesso maschile. Tra i soggetti che sembrano essere più predisposti a sviluppare questo tipo di mal di testa ci sarebbero i fumatori.

Cosa provoca la cefalea a grappolo?

Le cause in grado di innescare la cefalea a grappolo, ad oggi, non sono state ancora chiarite. L’ipotesi è che questa forma di mal di testa abbia origine nell’ipotalamo, l’area del cervello deputata a regolare, tra le altre cose, i nostri ritmi sonno-veglia, la pressione sanguigna, il rilascio di ormoni e la temperatura del corpo.

Un ruolo cruciale, come anticipato, potrebbe averla la particolare predisposizione di un individuo, dovuta a determinati fattori genetici e alla familiarità con la malattia.

Ci sono, poi, dei fattori di rischio che, nei soggetti predisposti, possono scatenare gli attacchi di mal di testa. Tra i principali si possono citare, oltre al fumo, anche il consumo eccessivo di alcolici, l’esposizione a determinate sostanze chimiche o profumi particolarmente intensi, le temperature troppo elevate, un intenso stress di tipo emotivo e l’attività fisica.

Quali sono i sintomi della cefalea a grappolo?

L’insorgenza della cefalea a grappolo è improvvisa e non ci sono segnali che la preannunciano. Si manifesta con un dolore di forte intensità che viene descritto dai pazienti come bruciante, tagliente, lancinante e focalizzato su un lato della testa.

La sensazione dolorosa viene avvertita all’altezza della tempia e dell’occhio. In alcuni casi può estendersi fino al volto, presentandosi sempre nella medesima zona ad ogni nuovo attacco.

Nel corso di un attacco di mal di testa, il forte dolore può rendere il paziente agitato e irrequieto, incapace di rimanere fermo.

Come accennato, il dolore alla testa può essere accompagnato anche da altre manifestazioni sintomatologiche quali arrossamento della congiuntiva, lacrimazione, gonfiore all’altezza delle palpebre, pupilla ristretta, iperidrosi del viso, naso gocciolante e arrossamento dell’orecchio.

Gli attacchi di cefalea a grappolo possono durare da un minimo di un quarto d’ora fino a diverse ore e presentarsi fino a otto volte nel corso di una sola giornata.

Come avviene la diagnosi?

La diagnosi di cefalea a grappolo avviene, innanzitutto, sulla base delle manifestazioni sintomatologiche descritte dal paziente e in seguito a esame obiettivo dello specialista.

In alcuni casi possono essere prescritti anche degli esami strumentali quali TAC o risonanze magnetiche, che servono a escludere eventuali altre patologie che potrebbero determinare sintomi simili a quelli della cefalea.

Come si cura una cefalea a grappolo?

La cefalea a grappolo, in particolare nelle forme croniche, può compromettere gravemente la qualità della vita del paziente. Per tale ragione, è estremamente importante diagnosticarla e individuare la terapia migliore per tenere sotto controllo le manifestazioni sintomatologiche più invalidanti per la persona.

Tra i trattamenti farmacologici utilizzati sono esclusi gli antidolorifici da banco come quelli a base di paracetamolo, in quanto impiegano troppo tempo a fare effetto.

Ci sono terapie più efficaci che attenuano il dolore nel giro di 15 o 30 minuti dalla loro somministrazione, come quella che utilizza l’ossigeno puro, somministrato al paziente tramite maschera facciale; oppure le iniezioni sottocutanee di sumatriptan che possono essere fatte anche in autonomia fino a due volte nel corso di una giornata.

Sono un’opzione anche gli spray nasali per i pazienti che non tollerano le iniezioni. I farmaci utilizzati sono a base di sumatriptan o zolmitriptan.

Il trattamento della cefalea a grappolo passa anche dalle cure di prevenzione. Queste si possono basare sulla somministrazione di compresse di verapamil da prendere più volte al giorno. Nel corso della terapia a base di questo farmaco, è necessario monitorare l’attività cardiaca attraverso l’elettrocardiogramma in quanto potrebbe causare effetti collaterali che coinvolgono il cuore.

I farmaci a base di corticosteroidi, iniezioni di anestetico locale nella nuca e carbonato di litio sono una alternativa valida nel caso in cui il verapamil si riveli inefficace.

Di recente, tra le terapie per il trattamento della cefalea a grappolo è stata utilizzata anche la stimolazione esterna del nervo vago che attraversa il collo.