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Chirurgia ricostruttiva. Cosa tratta e quando serve

A cura di
Angelo
De Cataldis

Quali sono le principali tecniche cui ricorre un chirurgo ricostruttivo? Per quali patologie o condizioni specifiche possiamo rivolgerci a lui? Le risposte dello specialista.

Cosa significa il termine chirurgia ricostruttiva?

La chirurgia ricostruttiva è un’importante branca della chirurgia plastica, si occupa del ripristino della forma e delle funzioni di parti del corpo danneggiate o perdute a causa di differenti cause.

Si ricorre alla chirurgia ricostruttiva tutte le volte in cui i tessuti dell’organismo hanno bisogno di una riparazione funzionale. Questi difetti possono essere presenti sin dalla nascita, o possono essere acquisiti, come nel caso di un incidente o una patologia.

Le cause cui si è accennato possono essere ricondotte a traumi, malattie, tumori o difetti congeniti. Questo campo della medicina ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti, migliorando la loro autonomia e le loro capacità fisiche, oltre a determinare conseguenze positive anche sull’aspetto del paziente. Obiettivo, questo, che in ogni caso è da considerare secondario e più pertinente la chirurgia estetica.

In che cosa consiste la chirurgia plastica ricostruttiva?

La chirurgia plastica ricostruttiva utilizza una serie di tecniche per ripristinare l’integrità fisica del paziente. Queste tecniche includono il trapianto di tessuti, come nel caso di innesti e lembi, la chirurgia microvascolare, la chirurgia craniofacciale e la chirurgia della mano.

Le procedure cui si ricorre maggiormente nella chirurgia ricostruttiva

Le procedure di uso più diffuso possono essere:

  • innesti. Porzioni di tessuto prelevate da un distretto corporeo del paziente, per fare un esempio l’addome, che sono quindi impiantate in un’altra area del corpo, chiamata area ricevente
  • lembi. Porzioni di tessuto che comunque hanno una connessione, ovvero penducolo, con la zona donatrice. Sono trasferiti nella zona ricevente, che giocoforza è limitrofa rispetto alla zona donatrice. I lembi mantengono il loro flusso sanguigno originale, il che li rende più adatti per la copertura di difetti complessi
  • impianti, adottati per differenti obiettivi. Nella maggior parte dei casi sono utilizzati per riempire o correggere deformità acquisite o congenite. I più noti sono le protesi mammarie, cui una donna può ricorrere dopo una mastectomia dovuta ad una diagnosi di tumore al seno che richiede un trattamento chirurgico. Esistono anche impianti per glutei, o protesi esterne in sostituzione di porzioni di organo. Come nel caso dell’orecchio o del naso.

Chirurgia microvascolare e craniofacciale

La chirurgia microvascolare, un sottoinsieme della chirurgia ricostruttiva, si concentra su procedure che riguardano piccoli vasi sanguigni, come il trapianto di tessuti liberi, in cui un lembo di tessuto viene prelevato con il suo flusso sanguigno e trasferito in un’altra parte del corpo.

La chirurgia craniofacciale tratta le malformazioni del volto e del cranio, mentre la chirurgia della mano si occupa di problemi funzionali e estetici a carico delle mani.

Quando ci si rivolge ad un chirurgo ricostruttivo?

Un chirurgo ricostruttivo può essere consultato ogni volta che una persona ha subìto un danno significativo a una parte del corpo che sia a causa di un trauma, come abbiamo indicato, di una malattia o di un difetto congenito.

Questi specialisti possono anche essere coinvolti nel trattamento di pazienti con tumori, per riparare i difetti causati dalla rimozione del tumore. Soprattutto nei casi di interventi demolitivi. Ulteriore esempio è dato dalla correzione degli esiti cicatriziali di un trattamento chirurgico.

Di che cosa si occupa il chirurgo ricostruttivo?

Il chirurgo ricostruttivo lavora per ripristinare la forma e la funzionalità di un distretto del corpo del paziente. Ciò può comportare, per indicare ulteriori esempi, il ripristino della mobilità di una mano dopo un infortunio, o l’intervento su di un volto funzionale ed esteticamente gradevole dopo un trauma o una malattia.

Si tratta di specialisti lavorano in stretta collaborazione con altri professionisti sanitari, inclusi fisioterapisti, logopedisti, psicologi e oncologi. Per garantire un approccio globale alla cura del paziente.

Quali sono le patologie trattate più spesso dalla chirurgia ricostruttiva?

La chirurgia ricostruttiva tratta una grande varietà di condizioni. Tra le più comuni ci sono:

  • tumori cutanei e del tessuto molle
  • fratture aperte
  • malformazioni craniofacciali
  • difetti della mano e le malformazioni congenite.

La ricostruzione del seno dopo mastectomia, come si è indicato, è una delle forme più comuni di chirurgia ricostruttiva, così come la ricostruzione della pelle e del tessuto sottostante dopo l’asportazione di un tumore. La chirurgia della mano, che può includere il ripristino della funzione dopo un trauma o la correzione di difetti congeniti, è un’altra area di frequente intervento.

La chirurgia ricostruttiva è anche fondamentale per il trattamento di gravi ustioni. Queste possono causare danni estesi che richiedono innesti di pelle o tecniche di espansione cutanea per ripristinare la copertura della pelle.

I chirurghi ricostruttivi svolgono, inoltre, un ruolo importantissimo nel trattamento delle malformazioni craniofacciali, sia congenite che acquisite. Malformazioni che possono includere la labiopalatoschisi, più conosciuta come labbro leporino, la craniosinostosi, in cui le suture del cranio di un bambino si fondono prematuramente. Infine, un chirurgo ricostruttivo si occupa del trattamento delle deformità del volto, causate da traumi o tumori, e delle malformazioni delle orecchie.