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EGFR: come funziona l’esame e quando farlo


L’eGFR, ovvero il tasso di filtrazione glomerulare, è un indice della funzionalità del rene e della sua capacità filtrante. Vediamo in quali casi richiedere l’analisi e come funziona.

Per eGFR (acronimo di Estimated Glomerular Filtration Rate) s’intende il tasso di filtrazione glomerulare stimato. Si tratta di un indice che rileva la qualità del funzionamento renale, e fornisce una stima della capacità filtrante del rene.

Cos’è l’eGFR a cosa serve?

Per spiegare meglio cos'è l'eGFR, i glomeruli sono una fitta rete di capillari arteriosi, deputata alla depurazione del sangue. Il sangue viene filtrato quotidianamente dai reni, nella misura di circa 200 litri, producendo 2 litri di urina. La velocità di filtrazione glomerulare (GFR), nello specifico, indica la quantità di sangue che viene filtrata dai glomeruli al minuto. 

Se la velocità di filtrazione diminuisce è il segno di una riduzione della funzionalità renale, dovuta a un danno o a una patologia. Questo decrescimento della funzionalità determina un accumulo dei prodotti di scarto nella circolazione sanguigna. 

Analisi eGFR: come si misura?

La misurazione della capacità di filtrazione glomerulare permette di stimare in maniera quantitativa il grado di funzionamento residuo dei reni, e più in generale fornisce una stima del rischio di insufficienza dell’organo.

Il calcolo dell’eGFR si basa sulla concentrazione di creatinina nel sangue. La creatinina, nello specifico, è una sostanza prodotta dai muscoli ed eliminata dai reni. Una compromissione dei reni riduce l’escrezione della creatinina, provocando come conseguenza l’aumento dei suoi livelli nel sangue. 

Modalità misurazione

La misurazione della creatinina può essere effettuata sia attraverso l’esame del sangue, sia attraverso quello delle urine, quando si renda necessaria una valutazione più precisa della funzionalità del rene. 

Nel primo caso, è sufficiente il prelievo di un campione dalla vena del braccio. Il paziente deve essere a digiuno e a riposo da almeno otto ore. Nel caso in cui vengano analizzate le urine, l’esame viene eseguito su un campione di urine raccolto nelle 24 ore precedenti. 

Fattori che possono influenzare i risultati dell’eGFR

Alcuni fattori possono influenzare il calcolo dell’eGFR. La produzione di creatinina, infatti, può subire variazioni in base a:

  • La massa muscolare dell'individuo
  • La quantità di proteine assunte con la dieta
  • Il peso corporeo

Solitamente gli uomini hanno livelli di creatinina più alti rispetto alle donne. E in ogni caso, la capacità di filtrazione glomerulare tende a diminuire con l’età e a causa di alcune patologie. Nelle donne i livelli di creatina, invece, aumentano, durante la gravidanza.

Anche alcuni farmaci come la gentamicina o alcune cefalosporine possono alterare i livelli di creatinina. Inoltre, alcune patologie che interferiscono con il funzionamento dei reni, contribuiscono ad abbassare il valore dell’eGFR.  Per questi motivi, l’esame deve essere eseguito in un momento in cui la produzione di creatinina e la funzionalità renale sono stabili.

Perché viene prescritto?

Di solito l’esame dell’eGFR viene richiesto insieme ad altre valutazioni, come l’esame dell'albumina, dell’azotemia e della cistatina C. Può essere utile, oltre a identificare un possibile danno ai reni, per monitorare la loro funzionalità nel corso di altre malattie. La determinazione dell’eGFR consente, inoltre, di capire l’entità di una malattia renale e per impostare la terapia migliore. 

Quando viene richiesto? 

L’analisi dell’eGFR, come accennato sopra, viene prescritta quando si vuole valutare la funzionalità renale, o quando si sospetta una patologia del rene. La velocità di filtrazione glomerulare è misurata regolarmente in presenza di una patologia dei reni cronica o nei pazienti affetti da:


La diagnosi precoce di un decremento della funzionalità renale è utile per ridurre i danni associati a tale condizione. È importante ricordare che i sintomi delle patologie renali si manifestano già quando la funzionalità è notevolmente ridotta, e comprendono:

Se la condizione patologica dei reni peggiora, con un’ulteriore diminuzione della funzionalità, è possibile la compromissione degli altri organi, con conseguenti:

Quanto deve essere il valore dell'eGFR?

I valori del eGFR sono espressi in millilitri al minuto, e indicano quanti millilitri di sangue al minuto vengono filtrati dai reni. Secondo la National Kidney Foundation, il l’eGFR ha valori normali se compresi tra i 90-120 ml/min. Quando il valore si abbassa, il rischio di un danno renale aumenta. 

È possibile fare una diagnosi di malattia renale cronica quando i valori dell’eGFR sono inferiori a 60 ml/min per un periodo di tempo superiore a tre mesi.

I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.

EGFR basso: cosa vuol dire?

Un eGFR basso indica che il rene non sta funzionando come dovrebbe. Come accennato nel paragrafo precedente, in presenza di valori bassi dell’eGFR la diagnosi è quella di un danno renale che può andare da un grado lieve a severo, a seconda dei valori riportati.

Esistono comunque alcuni fattori che potrebbero alterare i risultati dell’esame, e determinare un eGFR inferiore alla norma, senza una vera e propria compromissione renale, per esempio:

  • Età inferiore ai 18 anni o superiore ai 75 anni
  • Eccessiva assunzione di proteine con la dieta
  • Assunzione di farmaci come gentamicina e cefalosporine.

EGFR alto: quando preoccuparsi?

L’eGFR è alto quando il suo valore supera i 120 ml/min. Questo indice non costituisce un dato preoccupante: al contrario, significa solo che i reni sono particolarmente efficienti, e riescono a depurare il sangue in maniera ottimale. Tuttavia, un eGFR molto alto deve essere comunque monitorato, perché determina l’aumento del rischio di ipertensione. 

È consigliabile consultare sempre il proprio medico, quando i risultati dell’esame segnalano valori fuori dai normali parametri. Le variazioni lievi non sono preoccupanti, ma devono essere comunque considerate da uno specialista. 

Quando si può parlare di insufficienza renale?

Quando il valore del eGFR è inferiore a 15 ml/min, si parla di insufficienza renaleSi tratta di una condizione irreversibile, che di solito progredisce lentamente (insufficienza renale cronica), ma che può insorgere per un'improvvisa variazione della funzionalità renale (danno renale acuto). 

In questa condizione, si assiste a un progressivo abbassamento del valore del eGFR, fino a una fase avanzata, in cui si manifestano sintomi gravi, dovuti principalmente all’accumulo di urea nel plasma. Tra questi figurano: 

Nella sua fase terminale, l’insufficienza renale può essere trattata attraverso la dialisi e il trapianto renale. È possibile però porre in atto interventi utili a rallentare la progressione della malattia.

È possibile aumentare i valori dell’eGFR?

I danni renali sono generalmente irreversibili. Il solo modo per porre rimedio a una condizione di insufficienza renale grave è il trapianto dell’organo.

Tuttavia, seguire uno stile di vita sano e le indicazioni del proprio medico può prevenire l’insorgenza delle patologie renali o aiutare a rallentarne il decorso. Per tanto, alcune raccomandazioni sono quelle di:

  • Mantenere il peso corporeo nella norma
  • Tenere sotto controllo la pressione sanguigna
  • Mantenere la glicemia entro i livelli normali, se si è diabetici
  • Fare attività sportiva regolarmente
  • Non fumare
  • Non assumere alcolici.