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Encefalomielite. Cause, sintomi e trattamenti


Patologia infiammatoria a carico sia dell’encefalo che del midollo spinale. In che modo si manifesta? E come si può intervenire?

Che cosa è l’encefalomielite?

L’encefalomielite è una patologia neurologica di tipo infiammatorio a carico sia dell’encefalo che del midollo spinale. Conosciuta anche come ADEM, ovvero encefalomielite acuta disseminata, si caratterizza anche per la demielinizzazione di:

  • nervi
  • sistema nervoso centrale e, a volte, periferico.

Il termine demielinizzazione indica il processo di assottigliamento o perdita del rivestimento delle fibre nervose, che prende il nome di guaina mielinica. La mielina è importante perché aiuta a isolare e proteggere le fibre nervose, garantendo la trasmissione degli impulsi nervosi. Si distinguono due tipi di ADEM:

  • post-infettiva, derivante quindi da una infezione virale o di tipo batterico
  • post-vaccinica, la cui insorgenza segue una vaccinazione.

Cosa provoca l’encefalomielite?

Per quanto riguarda l’ADEM post-infettiva, che interessa una percentuale compresa tra il 50% e il 75% dei pazienti, le cause possono essere ricondotte a diversi virus di condizioni quali: morbillo, influenza, varicella, parotite, rosolia, virus di Epstein Barr. E ancora, virus di epatite A, Citomegalovirus, virus Herpes Simplex.

Nei casi di ADEM post-infettiva in un contesto batterico, si possono indicare: Borrelia burgdorferi, responsabile della malattia di Lyme, Leptospira, Mycoplasma pneumoniae.

Che danni provoca?

Bisogna distinguere l’esordio dei sintomi nei due tipi di ADEM. I pazienti che soffrono di ADEM post-infettiva presentano sintomi tra 1 e 3 settimane, nei casi di ADEM post-vaccinica, l’esordio sintomatologico si ha tra 1 e 3 mesi rispetto alla vaccinazione.

Può essere riferita dal paziente una serie di sintomi che possono essere:

  • nausea e vomito
  • febbre
  • problematiche alla vista, come visione doppia
  • confusione e sonnolenza
  • difficoltà nella deglutizione
  • convulsioni
  • debolezza negli arti inferiori e superiori
  • convulsioni.

In alcuni casi, l’encefalomielite può portare a emiparesi, o paralisi dei nervi cranici. In assenza di intervento adeguato e tempestivo, è possibile che il paziente entri in coma. Per questa ragione, risulta fondamentale rivolgersi al proprio medico se si manifestano i sintomi indicati.

L’ADEM post-vaccinica, estremamente rara, può insorgere per l’inoculazione del vaccino per la pertosse, la rosolia, il morbillo, l’epatite B, la difterite, la polmonite da pneumococco.

Va aggiunto come le lesioni infiammatorie siano riscontrate nella maggior parte dei casi nella sostanza bianca, sia sottocorticale sia centrale, di tutti e due gli emisferi cerebrali, includendo il cervelletto, il tronco encefalico e infine il midollo spinale. 

Come si scopre l’encefalomielite?

La diagnosi di ADEM, oltre all’esame obiettivo e all’anamnesi, utile a comprendere se si è di fronte ad un caso post-infettivo oppure post-vaccinico, si perfeziona con:

  • una risonanza magnetica dell’encefalo, che aiuta a studiare le conseguenze dell’infiammazione ai danni della sostanza bianca
  • la puntura lombare, cui segue l’analisi del liquido cefalorachidiano.

Quest’ultimo test aiuta il professionista nella diagnosi differenziale di ADEM e sclerosi multipla.

Come si cura l’encefalomielite?

I principali trattamenti per l’encefalomielite sono:

  • terapia farmacologica basata sull’adozione di corticosteroidi
  • terapia farmacologica basata su farmaci immunosoppressori e anticancro
  • plasmaferesi.

I corticosteroidi sono antinfiammatori, il cui uso non accorto o prolungato nel tempo può determinare l’insorgenza di patologie quali diabete, osteoporosi oppure obesità. Questo approccio viene comunque adottato in prima linea, e viene svolto in alte dosi per via endovenosa. I farmaci adottati possono essere desametasone o metilprednisolone.

Dopo 6 settimane massimo, si passa alla somministrazione per via orale, con bassi dosaggi di prednisolone.

Quale prognosi?

Nella maggior parte dei casi si ha una prognosi favorevole al paziente, dal momento che si verifica un recupero delle funzioni neurologica completo. È anche possibile che il recupero sia semicompleto, con alcune disabilità di tipo motorio e cognitivo, come ad esempio atassia, cali di attenzione e amnesie a breve termine.

Il tasso di mortalità si assesta invece intorno al 5%.