Cerca nel sito
Chiudi

Esoftalmo: cause, manifestazioni e trattamenti


L’esoftalmo è una condizione a causa della quale si verifica una protrusione dei bulbi oculari come conseguenza dell’aumento del volume del contenuto orbitale

Che cos’è l’esoftalmo?

L’esoftalmo è una protrusione del bulbo oculare: l’occhio tende a sporgere rispetto alla sua posizione fisiologica.

Altre condizioni simili come la proptosi si distinguono in quanto il bulbo oculare si sposta in basso e in avanti. La proptosi, inoltre, riguarda solitamente un solo occhio ed è la conseguenza di processi degenerativi che avvengono all’interno dell’orbita e che sono determinati, ad esempio, dai tumori.

Si parla, poi, di pseudoesoftalmo quando ad aumentare è la lunghezza del bulbo oculare. Tale condizioni si può sviluppare:

  • nei pazienti con miopia elevata
    nei casi di glaucoma di tipo congenito con occhio grande sporgente (buftalmo)
  • in seguito a numerosi interventi finalizzati a correggere lo strabismo, che possono indebolire i muscoli dell’occhio

Cosa provoca l’esoftalmo?

La causa principale dell’esoftalmo è l’aumento del volume del contenuto dell’orbita oculare. Quest’ultimo, a sua volta, può essere dovuto a molteplici ragioni. La crescita della massa, come accennato, può essere determinata dalla presenza di tumori. Oppure, può essere la conseguenza di uno stato infiammatorio, che può portare alla formazione di un edema, il quale comporta un aumento del volume dei tessuti.

A sua volta l’infiammazione, poi, può avere origine infettiva, traumatica o fisica

Tra le cause possibili di esoftalmo, infine, ci possono essere le alterazioni vascolari dovute, ad esempio, a fistole carotido-cavernosa. In quest’ultima eventualità, la carotide interna - l’arteria che dal collo arriva all’interno del cranio - comunica in maniera anomala con il seno cavernoso (la vena che attraversa una delle ossa craniche). Tale forma di esoftalmo è caratterizzata, così come quella dovuta ad aneurisma arterovenoso, dalla pulsatilità

Quando il cuore contraendosi pompa il sangue, aumenta il volume ematico del seno cavernoso che si riflette sulla posizione dell’occhio, il quale pulserà al ritmo delle pulsazioni cardiache. 

L’esoftalmo può insorgere nel giro di due o tre settimane dall’infiltrazione e proliferazione di cellule tumorali. Per descrivere questa condizione si parla di pseudotumor orbitario.

Tra le cause più comuni di esoftalmo, poi, bisogna includere anche il morbo Basedow, una patologia autoimmune che colpisce la tiroide

I muscoli oculari aumentano di volume a causa del grasso retrorbitario e dell’edema. Generalmente questa condizione colpisce entrambi gli occhi. Altre manifestazioni tipiche della malattia sono la cinesi delle palpebre al movimento oculare.

Come riconoscere un esoftalmo?

Le manifestazioni dell’esoftalmo dipendono dal grado di severità del disturbo. In caso di oftalmo lieve, infatti, il paziente può anche non accusare alcun sintomo.

Quando, invece, la protrusione del bulbo è tale da disallineare gli assi visivi, può manifestarsi la diplopia, ossia la visione doppia.

Nei casi di dislocazione particolarmente pronunciata, le palpebre potrebbero non essere sufficientemente lunghe da coprire l’intero occhio. Ciò può causare una cheratite (infiammazione della cornea) da esposizione.

La cheratite, a sua volta, se non adeguatamente trattata, può causare danni severi sia alla cornea sia alla congiuntiva, come le ulcere che rischiano di compromettere le funzionalità visive, oltre che provocare una significativa sintomatologia dolorosa nel paziente.

La diagnosi di esoftalmo viene effettuata avvalendosi di uno strumento chiamato esoftalmometro, grazie al quale è possibile misurare il grado di sporgenza dell’occhio dallo zigomo. Informazioni utili a fini diagnostici possono anche essere ottenute dai risultati di TAC e risonanza magnetica.

Come si possono correggere gli occhi sporgenti?

La strategia terapeutica per il trattamento dell’esoftalmo dipende dalla causa che ha determinato questa condizione. 

Molto passa dai comportamenti di prevenzione, che consistono nel proteggere adeguatamente la superficie dell’occhio allo scopo di evitare che la cornea rimanga esposta. Si possono utilizzare lacrime artificiali - ad esempio nei casi di cheratite da esposizione - o avviare una terapia antibiotica per scongiurare complicanze di tipo infettivo. 

L’esoftalmo può causare una compressione del nervo ottico, quindi è opportuno monitorarne sempre le funzionalità.

Se la protrusione del bulbo oculare dovesse permanere anche in seguito al trattamento della causa, può essere presa in considerazione la decompressione orbitaria, un intervento che consiste nel ridurre il volume delle pareti mediale e inferiore, che costituiscono la scatola orbitaria, per aumentare il volume dell’orbita.

La soluzione chirurgica è indicata soprattutto nei casi in cui la malattia oculare abbia un decorso progressivo e la compressione dell’orbita provochi danni al nervo ottico tali da compromettere irreversibilmente le funzionalità visive.