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L’osteosarcoma. sintomi, trattamenti e sopravvivenza

A cura di
Massimo
Baratelli

L’osteosarcoma è un tumore osseo maligno, diffuso principalmente tra adolescenti e giovani adulti. Quali sono i suoi sintomi e i possibili trattamenti?

Cos’è un osteosarcoma?

L’osteosarcoma è il tumore maligno più frequente tra quelli dello scheletro. Ha origine da cellule che tendono a differenziarsi in elementi capaci di produrre sostanza ossea, tuttavia in modo afinalistico e con caratteristiche di immaturità e incompetenza meccanica.

Si manifesta per lo più tra i 10 e 30 anni di età e con una leggera prevalenza nel sesso maschile, e tende a colpire le ossa lunghe. L’osteosarcoma può essere diviso in:

  • basso grado di malignità, in cui si ha una lenta crescita delle cellule neoplastiche piuttosto simili nell’aspetto alle cellule normali
  • grado intermedio di malignità
  • altro grado di malignità, che rappresenta la forma più diffusa, caratterizzata da crescita veloce e con cellule tumorali diverse dalle cellule normali.

Quali sono i sintomi di un osteosarcoma?

I sintomi costanti sono rappresentati da dolore e tumefazione a livello dell’osso interessato. L’entità del dolore varia secondo la dimensione e lo stadio della malattia: inizialmente può essere debole e intermittente, ma in breve tende a peggiorare.

Crescendo e distruggendo l’osso ospite, il tumore lo indebolisce e ne può provocare la frattura in assenza di traumi significativi; in una simile evenienza si parla di frattura patologica. In alcuni casi si possono rilevare ulteriori sintomi, meno comuni, tra i quali si indicano:

Dove colpisce l’osteosarcoma?

Tutti i segmenti ossei possono essere interessati. Esistono tuttavia sedi più frequenti, che sono sono rappresentate dalle ossa che hanno una rapida crescita e si trovano in prossimità delle articolazioni

  • femore prossimale e distale
  • tibia e omero.

È più raro che siano colpite altre sedi quali bacino, mandibola oppure vertebre.

Fattori di rischio

Tra i fattori di rischio che potrebbero favorire l’insorgenza dell’osteosarcoma ci sono:

  • l’età compresa tra i 20 e i 30 anni
  • l’età successiva ai 60 anni, specie nei pazienti affetti da precedente patologia ossea come, ad esempio, il morbo di Paget
  • patologie rare quali retinoblastoma o sindrome di Li-Fraumeni
  • l’essere stati sottoposti a radioterapia per altre tipologie di tumore.

Come si svolge la diagnosi?

La diagnosi si basa su un insieme di indagini. Si parte da:

La diagnosi si basa quindi sulla radiografia seguita da TAC e risonanza magnetica in grado di mostrare anche l’interessamento dei tessuti limitrofi da parte della neoplasia. Vengono svolte anche scintigrafia ossea e PET, indagini utili nell’evidenziare altre possibili sedi, così come la radiografia del torace può identificare secondarismi. Termine, quest’ultimo, che indica la presenza di metastasi che si sono sviluppate in altre parti del corpo rispetto alla sede di origine neoplastica.

La biopsia ossea, infine, permette la definitiva identificazione e stadiazione del tumore.

Quali interventi sono previsti?

Chirurgia e chemioterapia variamente combinate fra loro sono i trattamenti codificati in base al grado di malignità. L’intervento chirurgico viene svolto con il fine di eliminare la massa tumorale. È possibile, in alcuni casi, che oltre al tessuto osseo colpito dal tumore sia necessario rimuovere parte del tessuto circostante, poiché è possibile che si siano depositate cellule tumorali.

In questa eventualità si parla di chirurgia conservativa, e la parte rimossa viene sostituita sia con una protesi metallica sia con una porzione di osso che è stata prelevata in un’altra parte del corpo. Questo secondo approccio prende il nome di innesto osseo.

Ad altri trattamenti, come quelli radianti, si fa ricorso in presenza di localizzazioni particolari come le vertebre. Sono ancora in fase di studio le terapie immunologiche.

Quanto si vive con l’osteosarcoma?

Sia per l’osteosarcoma, così come per altri tipi di cancro, deve essere sempre sottolineata l’importanza della diagnosi precoce.

Per questa ragione ai primi sintomi che siano riconducibili ad una qualsiasi forma tumorale, è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico curante. La diagnosi precoce è un fattore discriminante per una prognosi favorevole al paziente.

Attualmente, nelle forme di osteosarcoma che siano state precocemente identificate e opportunamente trattate, il paziente ha una sopravvivenza che può arrivare fino al 70% a 5 anni.