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Rabdomiolisi (o lesione tissutale del muscolo scheletrico)


La rabdomiolisi è una sindrome clinica nella quale il muscolo scheletrico va incontro a necrosi con rilascio in circolo del contenuto intracellulare.

Che cos’è la rabdomiolisi?

La rabdomiolisi è la distruzione del muscolo scheletrico, accompagnata da mioglobinemia (presenza di mioglobina nel sangue) e mioglobinuria (escrezione di mioglobina nelle urine), che può condurre a insufficienza renale acuta.

Cause della rabdomiolisi

La distruzione del muscolo scheletrico che porta a rabdomiolisi, può essere dovuta a varie cause, come:

  • Traumi
  • Ictus cerebrali
  • Attacchi comiziali
  • Ipokaliemia
  • Insufficienza arteriosa
  • Sindrome da compressione
  • Influenza
  • Abuso di droghe (es. eroina) e alcol
  • Tossine

Possiamo trovarci di fronte anche a:

  • Rabdomiolisi da farmaci quali Amfotericina B, acido aminocaproico, fenfluramina, feniciclidina, uso prolungato di diuretici, carbonoxolone, azatioprina e statine
  • Rabdomiolisi da sforzo, dovuta a esercizio prolungato, intenso e inappropriato del muscolo scheletrico con conseguente danno muscolare
  • Rabdomiolisi idiopatica, sindrome contraddistinta, in seguito a necrosi diffusa delle fibre muscolari scheletriche, da un dolore muscolare acuto e inflaccidimento. La necrosi delle fibre muscolari scheletriche provoca mioglobinuria. La condizione può manifestarsi con episodi ricorrenti, cui fa seguito la rigenerazione del muscolo danneggiato. In molti casi la causa è ignota, in alcune forme gli attacchi seguono l’esercizio fisico, in altre la causa sembra essere la deficienza di carnitina palmitoil transferasi
  • Rabdomiolisi parossistica familiare, malattia dovuta al deficit della fosforilasi muscolare. I soggetti colpiti sono sani e asintomatici se svolgono attività fisica di media entità. L’affaticamento compare precocemente nell’esercizio anaerobico, con crampi muscolari e, occasionalmente, mioglobinuria, che in alcuni soggetti porta anche a insufficienza renale

Sintomi della rabdomiolisi

La rabdomiolisi può essere identificata per la presenza di tre sintomi base (per il 10% totale dei pazienti):

  • Dolore muscolare
  • Debolezza
  • Urine bruno-rossastre

I sintomi possono essere differenti, circa il 50% delle persone, infatti, non accusa alcun disturbo muscolare. Se presente però colpisce alle spalle, schiena, cosce e polpacci.

Con le cellule muscolari danneggiate, nelle urine si può accumulare un’elevata concentrazione di mioglobina (mioglobinuria) che porta al cambiamento di colore (rosso o marrone). Questo può essere confermato con l’esame delle urine o le analisi del sangue, tuttavia non è detto che un paziente con rabdomiolisi presenti per forza un cambiamento del colore delle urine.

Una lesione renale acuta è frequente, perché nel caso in cui ci sia un aumento di mioglobina nel sangue questa tenderebbe ad accumularsi nei reni, con danno per gli stessi.

In caso di rabdomiolisi si può avere anche una complicazione dovuta a coagulazione intravascolare disseminata (CID), che porta alla comparsa di piccoli coaguli di sangue nei vasi di tutto il corpo.

Si potrebbe riscontrare anche un aumento dei livelli di calcio, inizialmente bassi (ipocalcemia) e con l’avanzamento della sindrome sempre più alti (ipercalcemia) a causa del rilascio dello ione calcio dalle cellule muscolari danneggiate. Queste ultime potrebbero provocare anche un aumento del valore della creatinina nel sangue.

Come diagnosticare la rabdomiolisi

Per diagnosticare la rabdomiolisi è necessaria sia una visita medica da uno specialista che una serie di esami sanguigni e l’analisi delle urine. Tra questi è fondamentale confermare o meno nelle urine la presenza di mioglobina, e fare analisi per la presenza di creatinina sierica, iperkaliemia, iperuricemia, ipocalcemia o ipercalcemia, acidosi lattica, trombocitopenia e iperfosfatemia.

Cura e trattamento

Nella cura da rabdomiolisi, insieme al trattamento delle cause e di eventuali complicanze, è necessaria una terapia di supporto.

Come primo passo è fondamentale la somministrazione di liquidi per via endovenosa per evitare un danno renale acuto dovuto alla presenza di mioglobina nel sangue.

Può essere anche effettuata una fasciotomia precoce oltre alla terapia di supporto in seguito a una sindrome compartimentale. Vengono trattate eventuali infezioni, sospesi farmaci non corretti e riequilibrati gli elettroliti.

Nei casi più gravi la rabdomiolisi viene trattata anche con emodialisi in modo da filtrare il sangue dalle sostanze più tossiche, mentre il plasma fresco congelato viene utilizzato in caso di coagulazione intravascolare disseminata.

Per prevenire il danno da rabdomiolisi è necessario assumere molti liquidi sia prima che durante e dopo un esercizio fisico. Qualora questo dovesse dimostrarsi troppo intenso e provocare uno strappo al muscolo, è fondamentale:

  • evitare di caricare ulteriormente l’arto e fermarsi quando il dolore non è ancora eccessivo
  • riposare
  • applicare immediatamente impacchi freddi alle zone lesionate per ridurre in questi punti il flusso sanguigno
  • evitare forme di calore (es.massaggi)
  • rivolgersi sempre a un medico specializzato per valutare la situazione

La scheda si basa sulle informazioni contenute nel "Dizionario Medico" di Antonio Cancellara (Verduci Editore)