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La steatoepatite: cause, sintomi e possibili cure


La steatoepatite è una patologia che comporta l'accumulo di lipidi nel fegato, soggetto a processi infiammatori e, nei casi più gravi, di necrosi dei suoi tessuti

Cos’è la steatoepatite?

La steatoepatite è una patologia a carico del fegato, che comporta un accumulo di lipidi all’interno di questo organo. Si tratta di una condizione più severe rispetto alla steatosi epatica o fegato grasso, in quanto determina uno stato infiammatorio cronico, il quale può portare a cicatrizzazioni e necrosi dei tessuti epatici, compromettendo in modo irreversibile le funzionalità del fegato. Se non trattata adeguatamente e tempestivamente, la steatoepatite può degenerare in cirrosi e insufficienza epatica.

La diffusione della steoepatite sta aumentando progressivamente, anche in fasce della popolazione che in passato non venivano colpite da questa patologia, come quelle più giovani, con alcuni casi riscontrati anche nei bambini.

La steatoepatite, nella maggior parte dei casi, è dovuta ad anomalie nel metabolismo delle cellule epatiche, messe sotto stress da quantità di grassi superiore a quelle che sarebbero in grado di smaltire. Ecco perché, in associazione a tale condizione, si riscontrano elevate concentrazioni ematiche di trigliceridi o colesterolo. Spesso, i pazienti che soffrono di steatoepatite soffrono anche di una condizione di obesità, diabete o prediabete.

La stima della prevalenza della steatoepatite si attesta intorno al 4%, ma si stima che possa raggiungere e superare il 6% nel 2030.

Differenze con il fegato grasso e diagnosi

La steatoepatite non va confusa con la steatosi epatica, condizione nota come fegato grasso. La prima, infatti, oltre che per gli elevati livelli di grasso nel fegato, è caratterizzata anche da uno stato infiammatorio cronico in grado di danneggiare le cellule epatiche. Per questa ragione, i pazienti con steatoepatite hanno maggior probabilità di sviluppare condizioni cliniche più severe come quelle determinate dalla fibrosi epatica o di andare incontro, come abbiamo detto, a cirrosi e a tutte le complicanze che ne derivano.

Tra i fattori di rischio della steatoepatite, inoltre, ci sono regimi alimentari ricchi di zuccheri e grassi, uno stile di vita scorretto (scarso esercizio fisico, sedentarietà), obesità e diabete di tipo 2.

Così come il fegato grasso, però, la steatoepatite è difficile da diagnosticare in quanto, nella maggior parte dei casi, si presenta in modo asintomatico, soprattutto allo stadio iniziale della patologia. Viene quindi scoperta solitamente in modo casuale o in seguito all’insorgere di complicanze.

Abbiamo visto come la steatoepatite sia caratterizzata da alti livelli di lipidi epatici e da uno stato infiammatorio. Se da un lato il fegato ingrossato può essere identificato tramite esami strumentali quali Tac, ecografia o risonanza magnetica, questi non dicono molto sulla condizione infiammatoria, per la quale è necessario effettuare anche un esame bioptico su un campione di tessuto epatico.

Quali sono le cause?

Non è ancora chiarissimo, ad oggi, quali siano le cause che si celano dietro la steatoepatite. Sono, però, stati individuati dei fattori di rischio che favorirebbero lo sviluppo di questa condizione clinica e il processo infiammatorio che la caratterizza.

Tre le ipotesi avanzate ci sarebbe la presenza di proteine tossiche in grado di innescare il processo infiammatorio e danneggiare, di conseguenza, le cellule del fegato, ma anche l’insulino-resistenza.

Sarebbero inclusi tra gli altri fattori di rischio, come accennato, diete ad alto contenuto di grassi, obesità, diabete di tipo 2, alte concentrazioni ematiche di colesterolo e trigliceridi, ma anche l’utilizzo di alcuni farmaci e gli squilibri ormonali.

Che sintomi dà la steatoepatite?

Abbiamo visto come la steatoepatite sia asintomatica, in particolare nei suoi stadi iniziali. Quando, però, la malattia progredisce e insorgono complicanze, il paziente può accusare affaticamento, perdita di peso e, con l’aggravarsi della propria condizione, anche febbre, dolore addominale, inappetenza, nausea e vomito, ittero, ansia, confusione e agitazione.

Le complicanze associabili alla steatoepatite, poi, possono essere insufficienza epatica e ritenzione liquida nella cavità addominale, condizione nota come ascite, la quale aumenta anche il rischio di infezioni. Tra gli esiti più gravi, infine, va citata l’encefalopatia epatica, ossia l’insorgere di danni al cervello dovuti all’incapacità del fegato di eliminare le sostanze tossiche dal sangue.

Che problemi porta la steatoepatite?

Una steatoepatite non curata e sopraggiunta ad uno stadio piuttosto avanzato può portare allo sviluppo di cirrosi, ossia una patologia cronica in grado di provocare danni irreversibili come la formazione di tessuto fibroso capace di compromettere le funzionalità del fegato.

Lo sviluppo e la progressione della steatoepatite possono essere molto lenti e impiegare anche qualche anno perché la malattia si manifesti.

La steatoepatite può favorire lo sviluppo di tessuto cicatriziale nel fegato, che si indurisce e può andare incontro a cirrosi.

Come si cura la steatoepatite?

Non esiste una strategia terapeutica di tipo farmacologico specifica per il trattamento della steatoepatite, ma solitamente le terapie seguite per il diabete sono efficaci anche per questa condizione clinica

In realtà, la cura e, soprattutto, la prevenzione della steatoepatite passano principalmente dall’adozione di stili di vita sani, quali seguire un regime alimentare povero di grassi, zuccheri e alcol, ma ricco di frutta e verdura e fare regolare attività fisica