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La tromboflebite. Manifestazione, cause e terapia


La tromboflebite è l’infiammazione di una vena associata alla formazione di un coagulo di sangue all’interno della vena interessata.

Che cos’è la tromboflebite?

La tromboflebite è la condizione in cui un piccolo coagulo, trombo, occlude una vena superficiale e ne impedisce il normale flusso sanguigno. A differenza della trombosi venosa profonda, dove la vena interessata è situata in profondità all’interno del muscolo, la tromboflebite colpisce le vene più superficiali della gamba, in particolare le due vene principali che sono la grande safena e la piccola safena.

Queste sono lunghissime vene che si estendono dal piede alla radice della coscia, e trasportano il sangue refluo dall’arto inferiore verso il cuore. Dato che in queste vene il sangue scorre contro la forza di gravità, la natura le ha dotate di una serie di valvole, cioè piccole protuberanze curve che impediscono al sangue di refluire verso il basso.

Meno frequentemente la tromboflebite è una condizione benigna, che si risolve spontaneamente. In rari casi tuttavia l’infiammazione della vena superficiale può complicarsi con una infezione e propagarsi in profondità interessando una vena profonda e potenzialmente causare una embolia polmonare.

Come si determina la tromboflebite?

L’infiammazione di un vaso e un flusso lento e stagnante quale si può verificare a livello degli arti inferiori, favoriscono l’accumulo locale di cellule e fattori della coagulazione che vanno a costituire la matrice del trombo.

Perché viene la tromboflebite?

Le condizioni che più frequentemente espongono alla tromboflebite sono:

  • presenza di vene varicose
  • insufficienza venosa
  • uso prolungato di scarpe eccessivamente strette
  • traumi quali frattura, intervento chirurgico, inserzione di aghi, sforzi muscolari estremi
  • sovrappeso con la sedentarietà
  • immobilità per viaggi prolungati in auto, aereo
  • sedentarietà, allettamento
  • in presenza di un difetto della coagulazione, trombofilia. Condizione favorita, in soggetti predisposti, dall’uso degli estroprogestinici
  • fumo
  • malattia sistemica autoimmune, neoplastica, infiammatoria
  • menopausa
  • invecchiamento
  • storia di tromboflebiti pregresse.

Anche se raramente, la tromboflebite può verificarsi anche in sedi atipiche, come le vene superficiali delle braccia o del collo, con meccanismi eziopatogenetici un poco diversi, come ad esempio traumi, malattie sistemiche, difetti della coagulazione.

Da segnalare anche il segno di malignità di Trousseau, o tromboflebite migrante, una sindrome di tipo paraneoplastico che si specifica per trombosi che tendono a ricorrere.

Quali sono i sintomi di una tromboflebite?

Molto spesso la tromboflebite decorre in modo asintomatico, o può accompagnarsi a sintomi quali:

  • gonfiore, calore e arrossamento, dolore della zona interessata
  • dolorabilità lungo il decorso della vena, che può apparire indurita.

Come si effettua la diagnosi di tromboflebite superficiale?

La diagnosi è per lo più clinica, basata sulle evidenze appena descritte. I test diagnostici per la tromboflebite possono includere:

  • ecografia Doppler per aiutare a identificare la presenza e la posizione dei coaguli di sangue
  • prelievo di sangue per il test del D-dimero, un frammento proteico che si forma dal processo di rimodernamento del trombo. Si tratta di un test poco specifico, che va utilizzato con attenzione. 

Quale terapia in caso di tromboflebite?

Nella maggior parte dei casi le tromboflebiti si risolvono spontaneamente nel giro di alcuni giorni, anche se in alcuni casi i sintomi possono perdurare per alcune settimane o mesi. L’indicazione di una eventuale terapia verrà valutata dallo specialista in angiologia, anche mediante lo studio dell’ecodoppler che permetterà di distinguere, in base alla entità e sede del trombo, ovvero se a carico delle vene tributarie o della vena principale, la possibile indicazione di terapia anticoagulante: eparina o anticoagulanti orali.

L’uso di una calza a compressione viene generalmente consigliato con lo scopo di migliorare la circolazione sanguigna nella zona interessata favorendo anche il miglioramento del gonfiore. Anche l’abitudine giornaliera a sollevare periodicamente l’arto interessato aiuta il ritorno venoso e la riduzione dell’edema.

Come prevenire la tromboflebite?

Ci sono scelte attive che possono diminuire il rischio di sviluppare questa condizione. 

  • evitare il sovrappeso con una dieta varia e salutare
  • effettuare esercizio aerobico regolare. Non è necessario svolgere attività sportive intense. È ottima la camminata fluida giornaliera
  • non eccedere con la posizione seduta, al lavoro al pc ad esempio, che comprime le vene della coscia e limita il ritorno venoso
  • non eccedere nemmeno in posizione eretta da fermi, ad esempio stirando
  • durante il periodo estivo evitare il sole diretto durante le ore centrali
  • idratazione costante, che favorisce una buona circolazione sanguigna
  • evitare il fumo che esercita un effetto trombotico sia danneggiando i vasi che favorendo i processi trombotici.