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Feci nere (melena), perché vengono e cosa fare

A cura di
Andrea
Costantino

Le feci di colore scuro possono essere un segno che non desta preoccupazione. In alcuni casi, però, possono essere conseguenza di una emorragia del tratto digerente.

Cosa sono le feci nere?

Le feci nere, o feci scure, hanno il nome scientifico di melena. Si tratta di un'eventualità che può essere determinata da cause che non devono destare preoccupazione, come ad esempio un’importante ingestione di alcuni alimenti con pigmentazioni particolari. Altre volte invece il colorito scuro può indicare la presenza di sangue digerito, dovuto ad una emorragia del tratto digerente.

Per essere più precisi, infatti, il segno clinico delle feci nere viene definito melena quando la sua causa è riconducibile alla presenza di sangue nelle feci, conseguenza di un sanguinamento gastrointestinale. Affinché si abbia questo colorito scuro, il ferro della emoglobina risulta essere ossidato a causa dell’azione dei succhi acidi, oppure dei batteri presenti nell’intestino. Le feci, inoltre, risultano avere un odore particolarmente cattivo e sono caratterizzate da una consistenza untuosa e sono poco formate.

Con quali sintomi si possono presentare le feci nere?

I sintomi associati alle feci nere possono variare a seconda della causa del sanguinamento. Alcuni dei sintomi che possono essere presenti includono:

  • dolore addominale: il sanguinamento gastrointestinale, una delle cause delle feci nere può essere associato a dolore addominale come nei casi di ulcera gastrica o duodenale o può essere asintomatico
  • affaticamento e debolezza: la perdita di sangue può portare a una riduzione delle riserve ematiche e causare affaticamento e debolezza generale
  • vertigini o svenimenti: in alcuni casi, il sanguinamento significativo può portare a una diminuzione della pressione sanguigna
  • nausea e vomito: se il sanguinamento è grave, può verificarsi nausea e vomito con sangue
  • perdita di peso non spiegata: un sanguinamento di tipo cronico può essere associata ad una condizione che porta a perdita di peso involontaria (neoplasia).

Cause alimentari delle feci nere

Ci sono, comunque, alcune cause alimentari che possono contribuire al cambiamento del colore delle feci. Il nero di seppia è uno dei principali alimenti, che anche in piccole quantità, rende le feci nere. Il consumo eccessivo di bevande alcoliche come la birra scura, può influire sul colore delle feci. Alcuni cibi ricchi di ferro, come le foglie verdi scure e gli integratori di ferro, possono determinare feci marrone scuro quasi nere.

Anche l’assunzione di integratori di carbone vegetale può portare alla produzione di feci scure o nere.  Allo stesso modo, pure l’assunzione di liquirizia, in grandi quantità, può rendere le feci di colore più scuro. Altri alimenti che assunti in grandi quantità possono scurire le feci sono le barbabietole e i mirtilli.

Quali patologie determinano le feci nere?

La causa più comune per l’inscurimento delle feci è il sanguinamento gastrointestinale superiore, come ad esempio in caso di ulcera sanguinante, spesso causata da un’infezione da Helicobacter pylori o dall’assunzione degli anti-infiammatori non steroidei (FANS). Altre possibili patologie che possono determinare feci nere includono:

  • cancro del tratto gastrointestinale superiore: il sangue proveniente da tumori nell’esofago, nello stomaco o nel colon può far assumere alle feci un colore nero
  • infiammazioni intestinali: patologie come la colite ulcerosa e la malattia di Crohn possono causare infiammazione e lesioni nel tratto gastrointestinale, che possono portare al sanguinamento e feci scure
  • malattie emorragiche: alcune malattie emorragiche, come la malattia di von Willebrand o l’emofilia, possono causare più facilmente sanguinamento e melena in pazienti con erosioni del tratto gastroenterico.

Quando preoccuparsi se le feci sono nere?

Escluse le cause delle feci nere riconducibili all’alimentazione, e quindi nei casi in cui il paziente presenti vera e proprio melena, è opportuno rivolgersi immediatamente al proprio medico per una opportuna valutazione.

Quali esami vanno svolti in sede diagnostica?

I primi due parametri che richiedono specifica attenzione sono la quantità del sanguinamento e la rapidità. Seguono quindi alcuni accertamenti che mirano a risalire alle cause specifiche, e alla localizzazione, del sanguinamento.

Gli esami del sangue, incluso l’emocromo, e poi gli esami dei fattori per la coagulazione, e la creatininemia rappresentano le prime indagini da svolgere. Possono seguire la gastroscopia , grazie alla quale è possibile intercettare i sanguinamenti o delle masse all’altezza dell’esofago, stomaco e duodeno. Un altro esame endoscopico che può essere prescritto è la colonscopia se la gastroscopia fosse negativa.

Questo esame permette sia di scoprire la sede del sanguinamento, e di conseguenza agire con manovre terapeutiche di emostasi. Se a presentare anomalie a causa del sanguinamento sono problematiche dei vasi arteriosi dell’addome, può essere indicata un’angiografia, qualora non si riesca ad intervenire endoscopicamente.

Quali trattamenti sono previsti?

Nei casi di melena, l’obiettivo terapeutico principale è l’arresto della emorragia, che può avvenire soltanto quando è stata individuata la sede emorragica.

Stabilite quindi la severità del quadro clinico e le condizioni del paziente, sono possibili diverse strategie. La terapia farmacologica può essere scelta per favorire l’emostasi; in casi di sanguinamento cospicuo sono previste le trasfusioni di sangue.

Qualora la causa fosse dovuta a varici esofagee nei pazienti con cirrosi epatica, sono previsti interventi in endoscopia. Qualora non si risolvesse potrà essere utile un intervento radiologico (posizionamento di TIPS).