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Vaiolo delle scimmie: cause, sintomi e cure


Il vaiolo delle scimmie è un’infezione virale causata dal patogeno appartenente alla famiglia Poxviridae, che può provocare febbre, malessere generale ed eruzioni cutanee

Che cos’è il vaiolo delle scimmie?

Il vaiolo delle scimmie è un’infezione virale che si trasmette dagli animali all’uomo, cosiddetta zoonotica. Il patogeno responsabile della malattia appartiene alla famiglia Poxviridae, la stessa del vaiolo. Rispetto a quest’ultimo, però, sia la severità sia la trasmissibilità della patologia sono inferiori.

Il nome dell’infezione è stato scelto perché il virus venne identificato per la prima volta nelle scimmie di un laboratorio della Danimarca nel 1958. È prevalentemente diffuso tra i primati, per l’appunto, ma anche tra i roditori di piccole dimensioni e, per lo più, nel continente africano.

Nei Paesi e nelle regioni del mondo dove l’infezione provocata da questo virus è diventata endemica, la trasmissione avviene per contatto diretto con sangue infetto o attraverso il morso di un animale contaminato. L’infezione può essere trasmessa anche attraverso lesioni della pelle degli animali infetti, fluidi del corpo e la loro carne.

Rispetto all’individuazione del virus, ci sarebbero voluti altri 12 anni per identificarlo come patogeno anche per gli esseri umani. Ciò sarebbe avvenuto in Repubblica Democratica del Congo nel 1970.

Per quanto riguarda l’Italia, invece, il ministero della Salute ha attivato un sistema di sorveglianza per monitorare e tenere sotto controllo i casi di vaiolo delle scimmie nel nostro Paese. Il primo è stato registrato il 20 maggio del 2022.

Il 23 luglio del 2022 l’Organizzazione mondiale della sanità aveva dichiarato l’emergenza sanitaria globale di vaiolo delle scimmie, che è stata dichiarato conclusa poco meno di un anno più tardi: l’11 maggio del 2023.

Ad oggi, la situazione nel nostro Paese appare stabile e l’infezione non desta particolari preoccupazioni. Secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute, aggiornato al 7 giugno del 2023, i casi confermati sarebbero 957, in maggioranza uomini (943), di cui 253 collegati a viaggi all’estero. Non sono stati registrati incrementi nei casi rispetto all’ultima rilevazione.

Chi prende il vaiolo delle scimmie?

Secondo i dati messi a disposizione dal ministero della Salute, la popolazione maschile di età compresa tra i 18 e i 50 anni sarebbe quella in cui è stata registrata la maggior parte dei casi di vaiolo delle scimmie. 

Sono più a rischio, poi, le persone che vivono a stretto contatto con un caso accertato o che hanno contatti regolari con animali che potrebbero aver contratto l’infezione

Come si trasmette il virus del vaiolo?

Abbiamo visto come il virus del vaiolo delle scimmie provochi un’infezione trasmissibile dagli animali agli esseri umani. Il passaggio del patogeno avviene tipicamente per contatto fisico con animali contagiati (primati e roditori principalmente).

Il vaiolo delle scimmie è trasmissibile anche da persona a persona, attraverso lo stretto contatto con un individuo infetto che, ad esempio, ha già sviluppato eruzioni cutanee. Il contatto con la sua pelle, anche attraverso un rapporto sessuale può, quindi, innescare la trasmissione.

L’infezione può essere trasmessa anche indirettamente, attraverso il contatto con oggetti contaminati quali, ad esempio, vestiti, lenzuola o asciugamani.

Anche una madre infetta può trasmettere il virus al feto nel corso della gravidanza o in seguito al parto per contatto tra cute e cute.

Ad oggi non ci sono ancora abbastanza evidenze per fare una stima precisa sulla durata della contagiosità di una persona infetta. Per questa ragione, si tende a considerare infetti i pazienti dalla comparsa delle prime manifestazioni sintomatologiche fino alla caduta di tutte le croste sulla cute e lo sviluppo di un nuovo strato di pelle sottostante.

Abbiamo visto come il virus del vaiolo delle scimmie sia trasmissibile anche per via sessuale. Tuttavia, l’uso del preservativo, benché fondamentale per la prevenzione di patologie sessualmente trasmissibili, non è una precauzione sufficiente ad evitare il contagio, in quanto la trasmissione può avvenire attraverso qualsiasi tipo di contatto stretto.

Quali sono i sintomi del vaiolo delle scimmie?

I pazienti che hanno contratto il vaiolo delle scimmie possono accusare febbre e malessere generale. Altre manifestazioni possono essere i brividi, l’astenia, mal di testa e mal di schiena. L’infezione può causare anche un ingrossamento dei linfonodi e dolori a livello muscolare.

In un periodo compreso tra il primo e il terzo giorno dalla comparsa dei primi sintomi, poi, generalmente si manifestano eruzioni cutanee che possono degenerare in vescicole, pustole e, quindi, croste.

Le eruzioni cutanee sono sintomi molto comuni che si manifestano in oltre nove pazienti su dieci. Le lesioni sulla pelle possono anche essere scarse e coinvolgere solo aree limitate come la zona peri-anale o l’area genitale. Ma possono essere colpite da eruzioni anche il viso, le braccia, le mani, il tronco, le gambe e le piante dei piedi. In cinque casi su cento, i primi sintomi possono essere lesioni del cavo oro-faringeo.

Come per tutte le malattie infettive, le linee guida suggeriscono l’isolamento alla comparsa dei primi sintomi dell’infezione. Per la conferma diagnostica, sono necessari un esame clinico e indagini di laboratorio, inclusi test effettuati sul Dna estratto da campioni biologici prelevati dal paziente.

Nella maggior parte dei casi – fa sapere l’Istituto superiore di sanità – il decorso dell’infezione è benigno, con sintomi lievi. Tuttavia, è necessario prestare maggiore attenzione ad alcune categorie della popolazione, più fragili, che potrebbero sviluppare una malattia più severa. Si tratta, ad esempio, delle persone anziane, dei bambini, delle donne in gravidanza e dei pazienti immunocompromessi.

Come si cura il vaiolo?

Abbiamo visto come il vaiolo delle scimmie abbia tendenzialmente un decorso benigno, senza particolari complicanze. I sintomi, nella maggior parte dei casi, infatti, si risolvono in modo spontaneo nel giro di massimo un mese, senza che debbano essere effettuati particolari trattamenti terapeutici o farmacologici. Al bisogno, il paziente può assumere, sempre su indicazione medica, antipiretici o analgesici.

È sempre il medico curante, poi, che può valutare l’eventuale somministrazione di specifici antivirali. Gli anni di ricerca per il trattamento del vaiolo, infatti, hanno consentito di sviluppare farmaci che possono essere utilizzati anche per il vaiolo delle scimmie. A marzo del 2022, ad esempio, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato il tecovirimat. Questo antivirale era stato approvato, a gennaio dello stesso anno, per il trattamento del vaiolo delle scimmie, anche dall’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali.

Nei casi più gravi, che richiedono il ricovero ospedaliero a causa delle possibili complicanze dell’infezione, il vaiolo delle scimmie può anche risultare fatale. I soggetti più a rischio, come detto, sono sicuramente i bambini e le persone che hanno un sistema immunitario già compromesso.

Sicuramente, la precauzione principale e più importante per un paziente infetto è quella dell’isolamento alla comparsa dei primi sintomi. Qualora la persona che ha contratto l’infezione viva insieme ad altri, è assolutamente raccomandabile che possa usufruire di un bagno personale, che i suoi indumenti non entrino in contatto con quelli degli altri e che eviti anche il contatto con qualsiasi eventuale animale domestico.

Anche se non sono indicati trattamenti specifici per la cura del vaiolo delle scimmie, il processo di guarigione può essere comunque facilitato osservando uno stile di vita sano ed equilibrato, che comprenda un buon livello di idratazione, una dieta completa e bilanciata e il riposo.

Ovviamente, le lesioni cutanee non vanno toccate o grattate perché potrebbero prendere infezioni e comportare complicanze più severe. 

Il vaccino utilizzato contro il vaiolo può fornire una protezione incrociata anche dal virus del vaiolo delle scimmie, ma la vaccinazione di massa dell’intera popolazione non è, ad oggi, necessaria né raccomandata da parte della autorità sanitarie.

Il vaccino è, invece, indicato per prevenire sia il vaiolo sia il vaiolo delle scimmie alle persone over 18 che hanno un alto rischio di contrarre il virus. La vaccinazione primaria prevede la somministrazione di due dosi a distanza di 28 giorni l’una dall’altra. Il richiamo, invece, consiste in una sola dose ed è riservato agli individui che in passato ne abbiamo ricevuta almeno una o che abbiamo concluso il ciclo di due dosi da oltre due anni.