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Cisti al fegato: cause, sintomi e trattamenti

A cura di
Andrea
Costantino

Le cisti epatiche sono raccolte liquide o semi-liquide, non tumorali, che si formano all'interno del fegato.

Ciste al fegato. Di cosa si tratta?

Le cisti al fegato sono formazioni contenenti liquido che si sviluppano all'interno del tessuto epatico. La maggior parte delle cisti al fegato è benigna e non si trasforma mai in tumori maligni.

Possono presentarsi in diverse forme e dimensioni, ma nella maggior parte dei casi sono classificate come cisti semplici, caratterizzate da pareti sottili e piene di liquido chiaro (all’ecografia il colore del liquido è invece nero).  

Le cisti semplici sono comunemente prive di sintomi e vengono generalmente individuate incidentalmente durante esami di imaging condotti per altre ragioni o durante check-up di routine. Tuttavia, in circostanze specifiche, possono manifestarsi sintomi qualora aumentino di volume o si trovino in posizioni che esercitano pressione sui tessuti circostanti.

Quali sono le cause?

Le cause precise delle cisti al fegato non sono ancora del tutto chiare, ma sembrano essere influenzate da una combinazione di fattori genetici, congeniti e ambientali. Le cisti semplici, ad esempio, derivano spesso dalla dilatazione dei dotti biliari durante lo sviluppo embrionale, indicando un'origine congenita del problema.

Altre cause possono includere:

  • l’infezione da parassiti come l'echinococco, che può provocare la formazione di cisti idatidee, molto rare in Italia oggi.
  • Condizioni genetiche come la malattia policistica epatica, caratterizzata dalla presenza di numerose cisti all'interno del fegato (spesso anche a livello renale).
  • La malattia di Caroli, un'altra condizione genetica che porta alla formazione di cisti multiple nelle vie biliari intraepatiche.

Cosa comporta avere una ciste al fegato?

In genere le cisti semplici sono asintomatiche e non richiedono alcun trattamento, passando spesso inosservate finché non vengono casualmente rilevate attraverso ecografie oppure tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RM) addominali eseguite per altre ragioni diagnostiche. 

I sintomi iniziali si manifestano quando la ciste cresce in dimensioni o esercita pressione su tessuti circostanti a causa della sua posizione. In queste circostanze, possono verificarsi sintomi come dolore nella parte superiore destra dell'addome, nausea, gonfiore addominale e sensazione di pienezza.

In casi estremamente eccezionali, la rottura della ciste può però causare dolore acuto e complicazioni, come l'infiammazione o l'infezione del fegato.

Le cisti al fegato sono pericolose?

Nella stragrande maggioranza dei casi le cisti al fegato non sono preoccupanti e non rappresentano un pericolo per la salute. Sono sacche piene di liquido considerate una condizione benigna e non causano problemi significativi alla funzionalità dell'organo. 

Come capire se una cisti è maligna?

La possibilità che una ciste possa essere maligna desta sempre una certa preoccupazione nel paziente. 
La stragrande maggioranza delle cisti epatiche, come già indicato, sono benigne e non sono rischiose per la salute della persona.

Tuttavia è fondamentale prestare attenzione a determinati segnali che potrebbero indicare la presenza di una cisti maligna, per cui è necessario richiedere un'ulteriore valutazione medica. 

Questi segnali includono un rapido aumento delle dimensioni della ciste, variazioni nella forma o nella consistenza, la presenza di noduli solidi al suo interno e la comparsa di sintomi sistemici come perdita di peso non spiegata, febbre persistente o ittero.

In presenza di tali segni, il medico potrebbe consigliare esami diagnostici con mezzo di contrasto per escludere eventuali malignità e pianificare un trattamento adeguato.

Come distinguere una cisti da un tumore al fegato?

La diagnosi delle cisti epatiche è solitamente stabilita mediante esami diagnostici come l'ecografia.
Quasi sempre l’esame ecografico aiuta il clinico a capire la natura della cisti: all’ecografia la cisti semplice ha un tipico aspetto e, solo in casi particolari, sarà necessario eseguire la TC o la RM con mezzo di contrasto.

Questi metodi consentono di distinguere tra cisti semplici e cisti tumorali, come i cistoadenomi, che, sebbene siano di solito benigni, possono talvolta evolvere in tumori maligni noti come “cistoadenocarcinomi”.

Attraverso queste procedure diagnostiche, il medico è in grado di valutare le caratteristiche delle lesioni e determinare se sia necessaria un'ulteriore indagine, ad esempio tramite biopsia, per escludere la presenza di un tumore maligno al fegato.

Il medico chirurgo specializzato nel trattamento delle patologie epatiche utilizzerà i risultati degli esami diagnostici insieme alla storia clinica del paziente per pianificare la terapia più adeguata.

Come si curano le cisti al fegato?

Le cisti semplici non richiedono alcun trattamento e possono essere monitorate nel tempo mediante esami di imaging periodici. In molti casi non è neanche necessario monitorarle.

Quando una ciste diventa però sintomatica o raggiunge dimensioni considerevoli, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico

Uno dei trattamenti chirurgici più comuni per le cisti al fegato è la fenestratura: questo intervento comporta la rimozione di una parte della parete della ciste per agevolare il drenaggio del liquido.

Si tratta di un intervento eseguito mediante laparoscopia, poco invasivo e con un periodo di recupero più breve rispetto alla chirurgia tradizionale.

In casi rari, se la ciste ha dimensioni veramente molto grandi, si procede con la resezione chirurgica delle cisti.

Il trapianto di fegato può essere un’opzione terapeutica nei casi in cui il parenchima epatico sia completamente sovvertito dalla presenza di numerose cisti. 

Cosa non mangiare con le cisti al fegato?

Non vi sono studi a riguardo. Tuttavia, a differenza delle problematiche correlate ai calcoli  della colecisti, quando si hanno cisti al fegato, non è importante evitare o limitare il consumo di alcuni specifici alimenti e bevande, come i cibi ad alto contenuto di grassi saturi, gli alimenti fritti. 

Tuttavia, per la salute in generale del fegato è importante non fumare, avere uno stile di vita attivo, seguire una dieta sana ed equilibrata, riducendo il consumo di cibi ipercalorici, e limitando il consumo di bevande alcoliche al minimo.
Tutto questo è benefico sia per la salute generale sia per quella del fegato.

E, infine, è necessario sfatare anche un mito: il caffè non fa male al fegato. Anzi, sembrerebbe far bene: numerosi studi hanno dimostrato che fino a 3 tazze di caffè al giorno hanno un’azione protettiva sullo sviluppo della fibrosi epatica.