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Il prolasso rettale


Il prolasso rettale è una condizione di scivolamento dell’intestino retto dalla sua corretta posizione, che può comportare la sua fuoriuscita attraverso l’apertura anale.

Che cos’è un prolasso rettale?

Il prolasso rettale è una condizione che implica lo scivolamento dell’intestino retto dalla sua sede consueta. Può determinare la fuoriuscita delle sue pareti o della sola mucosa attraverso l’ano oppure un cedimento interno. 

A seconda dell’estensione dello scivolamento e delle strutture coinvolte, è possibile distinguere tra:

  • prolasso rettale interno, quando il retto scivola su se stesso senza fuoriuscire dall’ano. Si parla di intussuscezione retto-anale quando il retto fuoriesce nel canale anale e di intussuscezione retto-rettale se il retto prolassa invece al suo interno
  • prolasso della mucosa rettale, se a prolassare al di fuori dell’ano è soltanto la mucosa che riveste il retto
  • prolasso rettale completo, quando vi è una protrusione totale delle pareti rettali attraverso l’ano.

Cosa provoca un prolasso rettale?

Si ritiene che il prolasso rettale sia dovuto a un deterioramento delle strutture del pavimento pelvico che hanno un ruolo cruciale nel mantenere il retto nella sua posizione corretta, che può essere indotto da diverse cause:

  • stipsi o diarrea: gli sforzi evacuatori prolungati e intensi possono indebolire i muscoli e il tessuto connettivo, i muscoli e i legamenti che supportano il retto
  • gravidanza e parto: nelle donne la pressione addominale esercitata durante i mesi della gestazione e al momento del parto può indebolire i tessuti della zona rettale
  • interventi chirurgici nell’area pelvica che portano a un cedimento delle strutture di sostegno del retto
  • processo di invecchiamento, che contribuisce alla perdita di elasticità e forza delle strutture pelviche
  • patologie neurologiche, come neuropatie, lesioni del midollo spinale e miopatie che possono compromettere la funzione nervosa e muscolare, aumentando il rischio di prolasso rettale
  • predisposizione genetica, sebbene rara.

Con ogni probabilità, l’insorgenza di un prolasso rettale è spesso legata all’accumulo o alla reiterazione dei fattori citati. Per questa ragione si può spiegare come ad essere maggiormente colpiti da questo disturbo siano i soggetti più anziani e le donne. Anche i bambini, tuttavia, possono esserne interessati.

Che sintomi dà il prolasso rettale?

Il prolasso rettale si manifesta attraverso una serie di sintomi distintivi, che possono variare in intensità da lieve a grave:

  • comparsa di tessuto che protrude dal retto: questo sintomo si presenta inizialmente solo a seguito degli sforzi evacuatori per poi diventare sempre più frequente, insorgendo in seguito a stimoli come starnuti o colpi di tosse, fino a essere presente in modo costante nello stadio avanzato del disturbo
  • emorroidi
  • difficoltà nell'emissione delle feci
  • sensazione di evacuazione incompleta e necessità di evacuare più volte per liberare l’intestino
  • necessità di ricorrere ad aiuti per evacuare
  • senso di peso anale e perineale, accentuato dalla stazione eretta e dopo l'evacuazione
  • tenesmo, ovvero la sensazione di dover evacuare anche in assenza di materiale fecale da espellere
  • prurito anale
  • dolore addominale e sacrale
  • sanguinamento durante l'evacuazione, perdita di muco e ano umido
  • difficoltà a trattenere gas e feci, con vera e propria incontinenza fecale in alcuni casi
  • stipsi.

Nelle donne in associazione a questi sintomi possono comparire anche manifestazioni tipiche di un pavimento pelvico alterato

Come capire se sono emorroidi o prolasso?

La sintomatologia associata al prolasso rettale può talvolta sovrapporsi a quella delle emorroidi, generando confusione tra i pazienti. Ecco alcuni aspetti che possono aiutare a distinguere tra emorroidi e prolasso rettale:

  • la malattia emorroidaria coinvolge le vene dell'ano e del retto inferiore, mentre il prolasso rettale comporta lo spostamento dell'intero retto dalla sua posizione normale
  • le emorroidi sono spesso visibili come noduli o grumi nelle vicinanze dell'ano, mentre il prolasso rettale si manifesta con la fuoriuscita del retto stesso.

Ad ogni modo, per poter ricevere una diagnosi certa è necessario consultare un medico, il solo a poter accertare l’entità e le caratteristiche del disturbo. L’iter che permette di ottenere una diagnosi di prolasso rettale prevede:

  • un’anamnesi e una visita medica volta ad analizzare la zona rettale e i sintomi lamentati dal paziente
  • esami come colonscopia, sigmoidoscopia, proctoscopia, defecografia, manometria anorettale. 

Come si guarisce da un prolasso rettale?

Il trattamento del prolasso rettale dipende dalla severità dei sintomi e dalla tipologia di prolasso.

Quando il disturbo è in uno stadio iniziale, si opta per un trattamento conservativo, che mira a eliminare le cause scatenanti del disturbo, come la costipazione o la diarrea, e ad attenuarne i sintomi. Tra gli accorgimenti raccomandati vi sono:

  • adottare una dieta equilibrata e ricca di fibre per migliorare la consistenza delle feci e ridurre lo sforzo durante l'evacuazione
  • bere molta acqua per mantenere le feci morbide e facilitarne il passaggio attraverso il retto
  • utilizzare lassativi per evitare la stipsi e ridurre lo sforzo durante l'evacuazione
  • nel caso di neonati e bambini, utilizzare una crema emolliente e fasciare le natiche per favorire la guarigione del prolasso

Se il prolasso rettale ha una sintomatologia più grave o non risponde al trattamento conservativo, l'intervento chirurgico è spesso necessario. Le modalità dell’operazione sono valutate dal chirurgo sulla base delle caratteristiche del singolo caso. L’intervento, in generale può avvenire :

  • per via addominale, con una rettopessi addominale, un intervento piuttosto invasivo che consiste nella resezione della porzione di retto prolassato e nella fissazione del restante retto all'osso sacro
  • per via rettale, un’opzione riservata ai pazienti più deboli o in condizioni che rendono rischioso un intervento addominale.