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Il tumore ai testicoli: come riconoscerlo e cosa fare

A cura di
Fabio
Leva

Il tumore ai testicoli è un tipo di tumore che colpisce le gonadi maschili normalmente in età giovanile.

Cos’è il tumore ai testicoli? 

Il tumore ai testicoli è una neoplasia che colpisce uno o più raramente entrambi i testicoli. È un tipo di tumore che insorge più spesso in età giovanile che in età avanzata, in particolare nella fascia fra i 15 e i 45 anni

Nella maggior parte dei casi è curabile tramite intervento chirurgico, ma come per altre neoplasie, la diagnosi precoce risulta un fattore dirimente nel successo dell’operazione nel mantenimento delle condizioni di vita normali.

Diversamente le conseguenze possono essere gravi, meno comunemente mortali con le opzioni terapeutiche odierne. Non sono note le cause di questo tipo di tumore, ma ci sono alcuni fattori di rischio che sembrano essere correlati alla sua insorgenza. 

Il tumore ai testicoli possono originarsi da qualsiasi gruppo cellulare di quelli che compongono l’anatomia dell’area. 

Esistono tumori germinali e non germinali, con i primi che sono di gran lunga più frequenti e con malignità nettamente maggiore. 

Quando il tumore deriva alle cellule germinali abbiamo un’altra sotto distinzione:  

  • seminomi, quelli cioè che derivano da un comportamento anomalo e maligno delle cellule germinali, ossia le cellule che poi diventeranno spermatozoi; in genere hanno una prognosi migliore
  • non seminomi, che comprendono il carcinoma embrionale, i tumori del sacco vitellino e altri tumori di origine diversa dai seminomi.

I seminomi sono più frequenti a partire dai quarant’anni, mentre i non seminomi si verificano maggiormente in età compresa tra i 15 e i 35 anni. 

Anatomia del testicolo e dello scroto

I testicoli sono le gonadi maschili, cioè l’organo deputato alla produzione delle cellule spermatiche e anche del testosterone, un ormone fondamentale per alcune funzioni fisiologiche del corpo umano.

I testicoli si trovano nella sacca scrotale, localizzata sotto l’inizio dell’asta del pene, e sono collegati all’addome da un condotto detto funicolo spermatico

Il funicolo spermatico è attraversato da vasi sanguigni e fasci di nervi ed è sensibile alla torsione

Tumore al testicolo, sintomi e segni

La sintomatologia del tumore al testicolo è solitamente localizzata nell’area e comprende:

  • gonfiore del testicolo interessato da neoplasia
  • durezza superiore alla norma
  • senso di pesantezza allo scroto
  • dolore di vario tipo, sia intermittente sia continuo
  • comparsa di un nodulo di dimensioni variabili sulla superficie della gonade, internamente allo scroto
  • rimpicciolimento del testicolo.

È molto importante in ottica di prevenzione che gli uomini (soprattutto i giovani) imparino l’auto diagnosi tramite palpazione, esattamente come viene richiesto alle donne per il tumore al seno.

Il tumore testicolare è poco frequente e di facile cura, se diagnosticato in tempo.

In caso di ritardo nella diagnosi, possono insorgere metastasi, che rendono il quadro clinico più complicato. 

Le metastasi sono in termini semplicistici una diffusione del tumore al di fuori della sua sede originaria per coinvolgere altri organi. Sono una delle caratteristiche che distinguono i tumori maligni da quelli benigni, e peggiorano notevolmente la prognosi. 

La presenza di metastasi varia il quadro dei sintomi a seconda dei distretti che sono stati raggiunti. 

A causa dell’anatomia del testicolo, che è originato in addome e successivamente disceso nello scroto, ad essere colpiti sono i linfonodi addominali più che quelli inguinali, anche se questi ultimi sono più vicini.

Quali sono le cause del tumore ai testicoli

Le cause come per altre neoplasie sono piuttosto incerte. Ci sono tuttavia alcuni fattori di rischio che sono spesso associati all’insorgenza del tumore testicolare.

Tra questi, il principale è il criptorchidismo, una condizione per la quale uno o entrambi i testicoli non scendono completamente. Questa mancata discesa sembra aumentare le possibilità dell’insorgenza tumorale, per altro con maggiore frequenza se il o i testicoli rimangono nell’addome, rispetto al caso in cui scendano almeno fino all’inguine. 

Altri fattori di rischio sono: 

  • età: i tumori ai testicoli hanno un’insorgenza nettamente maggiore nel periodo che va dai 15 ai 35 anni
  • familiarità: una predisposizione genetica per cui si registrino precedenti in famiglia
  • recidività: se già si ha avuto un tumore nell’area
  • sindrome di Klinefelter: una condizione caratterizzata da un'anomalia dei cromosomi sessuali
  • etnia: i maschi caucasici sono più esposti
  • HIV: i soggetti con precedente infezione da HIV sono più facilmente colpiti.

Complicazioni del tumore testicolare

La neoplasia testicolare, se non curata per tempo, ha un’evoluzione in fasi che si distinguono per l’estensione e per le aree del corpo che hanno raggiunto.

  • la fase iniziale è quella in cui il tumore è circoscritto al testicolo e alle zone immediatamente limitrofe (stadio 1)
  • la fase secondaria vede il tumore estendersi al basso ventre e colpire in particolare i linfonodi (stadio 2)
  • la fase terziaria infine è definita dalla presenza di metastasi a organi vitali quali i polmoni o organi dell’apparato digerente, come il fegato. 

Diagnosi 

Il sospetto diagnostico viene posto dalla palpazione. Normalmente il paziente nota turgore anomalo allo scroto, meno spesso dolore. Al tatto si sente il nodulo tipico della fase iniziale. Il testicolo sano è normalmente percepito come liscio, con una forma vagamente assimilabile a quella di un fagiolo, con una piccola “virgola” che lo circonda nella parte superiore e posteriore (l’epididimo), della stessa consistenza.

Quello che presenta il tumore è invece caratterizzato da una forma irregolare. Il dolore può essere come già detto costante o intermittente, in generale risulta acuito al tatto

In caso di dimensioni ragguardevoli del nodulo, si possono verificare rotture dei vasi sanguigni con conseguente sversamento emorragico di sangue e arrossamento ulteriore dell’area. 

In caso di dolore al testicolo persistente oltre i due giorni, è assolutamente indicato rivolgersi al medico con urgenza. 

Dopo l’esame anamnestico, il medico procede ad un esame obiettivo con osservazione e palpazione dell’area. Si procede dunque ad un’ecografia, esame rapido, non invasivo e solitamente in grado di determinare in tempo reale l’entità e in parte la natura della lesione al testicolo.

Sono poi necessari gli esami del sangue per evidenziare i cosiddetti marcatori tumorali, che possono essere aumentati in presenza di un tumore (l’alfa-feto proteina, la beta-HCG e la latticodeidrogenasi).

In genere in caso di sospetto tumore, il testicolo deve essere operato per asportare la lesione. Durante l’operazione, la lesione viene esaminata per decidere se sia il caso di asportare integralmente il testicolo e il funicolo spermatico. 

Successivamente la massa asportata viene sottoposta all’esame istologico, che ne qualifica la definitiva natura tumorale o meno. 

Tumore testicolare, cura e decorso 

Se preso per tempo, l’operazione di rimozione del testicolo è sufficiente a scongiurare l’estensione del tumore ad altre aree. 

In caso contrario, il paziente va sottoposto a terapie quali la chemioterapia o la radioterapia, che verranno prescritte dal medico in base alle sue valutazioni sul singolo paziente. 

Il tumore testicolare e l’eventuale necessaria asportazione del testicolo (talvolta di entrambi) presentano implicazioni sia fisiologiche sia psicologiche, che devono essere discusse con il paziente prima e dopo l’operazione.

Le implicazioni fisiologiche sono relative alla fertilità dell’individuo. La rimozione di una o due gonadi compromette, in alcuni casi irreparabilmente, la funzione riproduttiva dell’uomo.

Per questo motivo è assolutamente necessaria una discussione preliminare, prima dell’intervento, per stabilire se sia il caso di prelevare e conservare un campione di spermatozoi

Data l’insorgenza in età giovanile del tumore, non è infatti da escludere che il soggetto colpito non abbia ancora avuto la possibilità di avere dei figli e che ne voglia in futuro. La preservazione del seme concede al paziente questa possibilità, con tutti i limiti di successo che la fecondazione assistita presenta.

Per quanto riguarda l’aspetto psicologico, le sfumature sono molteplici. In primo luogo il timore di veder pregiudicata la propria mascolinità fa sì che molti uomini tardino a farsi esaminare, rischiando così un ritardo diagnostico. In secondo luogo, in caso di diagnosi positiva e di necessità di operazione è opportuno considerare anche un percorso psicologico post operatorio