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Frattura della caviglia: tutto quello che c’è da sapere


La frattura alla caviglia è una lesione a carico di uno o più ossa dell’articolazione compresa tra gamba e piede, che può essere causata da una torsione innaturale ed eccessiva, in seguito ad un incidente o una caduta

Che cos’è e come avviene una frattura alla caviglia?

La frattura alla caviglia è una lesione a carico delle ossa che compongono l’articolazione compresa tra gamba e piede. 

Solitamente, è dovuta ad una torsione innaturale ed eccessiva della caviglia in seguito ad un incidente di varia natura, un salto o una caduta.

A seconda della tipologia, le fratture alla caviglia possono essere distinte in quattro categorie differenti:

  • frattura unimalleolare: lesione del singolo malleolo (tibiale o mediale e peroneale o laterale)
  • bimalleolare: lesione contemporanea del peroneale e del tibiale
  • trimalleolare: rottura contemporanea di malleolo tibiale, peroneale e dell’estremità distale della tibia
  • frattura dell'astragalo: è il secondo osso più grande del piede ed è composto da una testa, un corpo e un collo

Le manifestazioni sintomatologiche più comuni di una frattura alla caviglia sono dolore, gonfiore, ematoma e conseguente zoppia

Per diagnosticare questo tipo di lesione ossea, oltre ad un esame obiettivo e anamnesi del paziente, serve un esame strumentale per immagini che, tipicamente, è la radiografia.

Per quanto riguarda il tipo di strategia terapeutica, questa dipende dalla severità della frattura principalmente. Può essere conservativa per le lesioni lievi o può rendersi necessario l’intervento chirurgico in caso di fratture gravi che hanno compromesso la stabilità dell’articolazione.

Può succedere che, in caso di frattura alla caviglia, vengano coinvolti anche i legamenti responsabili della stabilizzazione delle ossa che costituiscono l’articolazione.

Perché si frattura la caviglia?

Abbiamo visto come la frattura della caviglia sia dovuta ad una rotazione anomala ed eccessiva dell’articolazione, che può essere esterna o interna. Nel primo caso si parla di eversione, mentre nel secondo di inversione.

Si tratta di un tipo di infortunio molto comune tra chi pratica sport come il rugby, il calcio o il basket, caratterizzati da cambi di direzione durante la corsa, che possono mettere sotto stress le articolazioni. 

Tra le cause di una frattura alla caviglia ci possono essere, poi, anche cadute accidentali, inciampi o salti da altezze significative. Le fratture dell’astragalo sono dovute, nella maggior parte dei casi, a quest’ultima eventualità.

Anche gli incidenti stradali, che comportano un forte trauma a carico della caviglia, possono causare fratture.

Come capire se si ha una frattura alla caviglia?

Le principali manifestazioni di una frattura alla caviglia comprendono:

  • dolore localizzato (accentuato dal carico)
  • gonfiore
  • deformità scheletrica
  • difficoltà a camminare (zoppia)
  • limitata mobilità e funzionalità articolari
  • ematomi

Per la conferma diagnostica di una frattura alla caviglia, è necessario effettuare una radiografia, a seguito di esame obiettivo e anamnesi condotti dallo specialista. 

Per verificare anche le condizioni delle parti molli dell’articolazione, possono essere prescritte anche Tac o risonanza magnetica.

Gli esami strumentali per immagini sono fondamentali non solo per confermare o escludere la frattura, ma anche per stabilirne l’entità, che servirà a valutare i tempi di guarigione e recupero.

Come si cura una frattura alla caviglia?

La scelta della strategia terapeutica per il trattamento di una frattura alla caviglia dipende dall’entità dell’infortunio. 

Abbiamo detto di come per una lesione lieve possa essere sufficiente una strategia conservativa. Mentre per fratture più severe, che abbiano compromesso la stabilità dell’articolazione, potrebbe rendersi necessaria l’opzione chirurgica. 

Il trattamento di una frattura della caviglia varia in relazione all'entità dell'infortunio.

La terapia conservativa richiede l’immobilizzazione dell’arto coinvolto attraverso la gessatura ed è basata essenzialmente sul riposo

Per evitare di caricare sull’arto fratturato, vengono prescritte le stampelle e a seguire viene indicato un percorso fisioterapeutico per recuperare la funzionalità dell’articolazione e la forza muscolare persa durante il periodo di inattività. 

In caso di intervento chirurgico, la fase successiva all’operazione è uguale a quella seguita nelle terapie conservative: immobilizzazione dell’arto, riposo, utilizzo delle stampelle e fisioterapia.

Quando la caviglia si frattura, inoltre, è fondamentale il primo soccorso, il cui obiettivo principale è scongiurare complicanze e peggiorare, così, l’entità dell’infortunio. 

Per quanto riguarda la gessatura dell’arto, i tempi di immobilizzazione dipendono dall’entità della frattura, ma tendenzialmente sono compresi tra le quattro e le sei settimane. Le tempistiche possono raddoppiare, arrivando anche fino a otto settimane, in caso di fratture più gravi.

L’intervento chirurgico, invece, mira a ricollocare nella loro posizione naturale le ossa che si sono fratturate. Stiamo parlando, però, di danni molto severi, ossia fratture scomposte, pluriframmentarie, aperte e instabili.

In ogni caso, sia che si segua una strategia conservativa, sia che si opti per l’intervento chirurgico, è necessario seguire un ciclo di sedute fisioterapiche per recuperare, come detto, il tono muscolare e le funzionalità articolari, in seguito ad un lungo periodo di inattività e immobilizzazione dell’arto.

Gran parte del recupero funzionale dipende, infatti, da un buon percorso di fisioterapia

La fisioterapia per una frattura alla caviglia comprende:

  • lavoro di mobilizzazione
  • esercizi propriocettivi
  • rinforzo muscolare

Tra gli esercizi più comunemente indicati ci sono inversione ed eversione dei piedi, calf (sollevamento dei talloni) ed esercizi di flessione ed estensione del piede attraverso l’utilizzo degli elastici.

Quanto tempo ci vuole per guarire da una frattura alla caviglia?

I tempi di guarigione di un osso fratturato si aggirano mediamente intorno alle sei settimane. In caso di frattura alla caviglia, però, gli aspetti da valutare sono molteplici. In primo luogo, ci sono da considerare l’entità del danno e l’eventuale coinvolgimento dei legamenti. 

Ovviamente, poi, i tempi di recupero variano da paziente a paziente, in base alle caratteristiche di ognuno, all’età o, ancora, alla storia clinica e eventuali infortuni pregressi. 

Per chi pratica sport, il ritorno alle attività può richiedere anche tra i tre e i quattro mesi di tempo.