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Diaframma contraccettivo


Il diaframma contraccettivo è un metodo anticoncezionale di barriera che viene inserito in corrispondenza del collo dell’utero per evitare gravidanze indesiderate

Che cos'è il diaframma contraccettivo?

Il diaframma contraccettivo o anticoncezionale è un metodo anticoncezionale di barriera femminile. Appare come una piccola semisfera, generalmente di silicone o lattice, che presenta sul bordo un anello di gomma più rigido, ma ugualmente elastico e piegabile.

Si tratta di un metodo anticoncezionale che in Italia non richiede prescrizione medica e può essere acquistato liberamente.

Dove si mette il diaframma?

Il diaframma anticoncezionale viene inserito dalla donna stessa in corrispondenza del collo dell'utero. Se correttamente collocato, il dispositivo si espande in forma ellittica posizionandosi a una distanza di circa 2,5 cm dall'osso pubico e davanti alla volta vaginale posteriore, coprendo così la cervice uterina.

Come funziona?

Come si è detto, il diaframma è un metodo contraccettivo a barriera: viene inserito nel canale vaginale fino alla cervice uterina e in questo modo impedisce l'ingresso degli spermatozoi all'interno dell'utero.

Come si usa il diaframma anticoncezionale?

Il diaframma viene posizionato nel canale vaginale prima di un rapporto sessuale. Di solito, non viene utilizzato da solo, ma insieme a delle sostanze spermicide (in gel, schiuma o crema), che ne aumentano il potere di contraccezione. Il prodotto spermicida deve essere applicato sulla superficie del diaframma, prima che questo venga inserito in vagina: avrà il compito di immobilizzare ed eliminare gli spermatozoi impedendogli di oltrepassare la barriera del diaframma.

Dopo aver lavato accuratamente le mani, aver disposto una quantità di spermicida sul dispositivo e aver trovato una posizione comoda (distesa, con una gamba alzata, accovacciata…) per inserirlo in vagina, la donna deve piegarne il bordo con due dita e spingerlo in profondità lungo il canale vaginale fino a raggiungere il collo dell’utero. È preferibile eseguire questa operazione qualche tempo prima del rapporto, per evitare di correre il rischio di inserire il diaframma in modo frettoloso, causando un'applicazione scorretta che può compromettere l'efficacia protettiva.

Terminato il rapporto sessuale, il diaframma contraccettivo deve restare in sede per almeno 6-8 ore, senza mai superare le 24 ore. Nel caso in cui si abbiano altri rapporti sessuali durante il tempo di permanenza del diaframma in vagina, è necessario usare altro spermicida.

Per imparare a utilizzare il diaframma correttamente è fondamentale rivolgersi a un ginecologo, che saprà consigliare alla paziente il modello di diaframma più adeguato alle sue caratteristiche anatomiche e mostrarle come inserire il dispositivo.

Come deve essere conservato il diaframma?

Per garantire l'integrità e il funzionamento ottimale del diaframma, è essenziale conservarlo in modo opportuno. Dopo averlo estratto con delicatezza dalla vagina, a fine rapporto, occorre lavarlo con cura utilizzando acqua e sapone, risciacquarlo e asciugarlo con un panno prima di riporlo nell'apposito astuccio. È importante conservarlo in un ambiente asciutto, lontano dal caldo eccessivo, e controllarne l'integrità prima di ogni rapporto sessuale.

Si raccomanda di consultare il ginecologo periodicamente, una o due volte all'anno, per accertarsi di non dover sostituire il contraccettivo con uno nuovo. Verificare l'adeguata funzionalità del diaframma è importante anche in caso di cambiamenti fisici, per esempio quando si registrano variazioni di peso oppure dopo un parto, circostanze in cui si potrebbe aver bisogno di un dispositivo di diverse misure.

In base al materiale di cui è fatto e alle modalità di conservazione, un diaframma può avere una durata variabile, dai sei mesi ai due anni.

Quanto è sicuro il diaframma?

Il diaframma presenta una percentuale di fallimento che può variare notevolmente, dal 6% al 14% (o persino 20%, secondo alcuni pareri). Questo perché la sua efficacia contraccettiva è strettamente legata alla correttezza dell'utilizzo. In linea generale, il rischio di incorrere in una possibile gravidanza indesiderata sembra più elevato rispetto ad altri metodi contraccettivi.

Anche per questa ragione il diaframma oggi rappresenta un’opzione contraccettiva pressoché in disuso, che risulta maggiormente indicata nel caso di coppie stabili che non sono spaventate dalle maggiori probabilità di mal riuscita della contraccezione.

Quali sono i suoi vantaggi?

Per una donna decidere di utilizzare il diaframma può essere vantaggioso per diverse motivazioni:

  • Non comporta gli effetti collaterali tipici dei metodi anticoncezionali a rilascio ormonale (come pillola, cerotto o anello contraccettivo)
  • Può essere utilizzato in autonomia al momento del rapporto sessuale: non richiede né di sottoporsi a un intervento preventivo funzionale al suo inserimento (come nel caso della spirale) né di dover rispettare specifiche tempistiche (come, per esempio, nel caso della pillola)
  • La donna può decidere in qualunque momento di interromperne l’utilizzo, senza che vi siano conseguenze 
  • Non incide sulla futura fertilità della donna, che viene ripristinata immediatamente dopo l’interruzione del contraccettivo
  • Non interferisce con la funzionalità dell'apparato riproduttivo (in primis con il ciclo mestruale)
  • Non influisce in alcun modo sullo svolgimento del rapporto sessuale: non viene percepito né dalla donna né dal partner
  • Può essere usato durante l'allattamento a partire da sei settimane dopo il parto

Che problemi può dare il diaframma?

Oltre ai rischi legati alle possibilità di concepimento, l’utilizzo del diaframma può essere svantaggioso o controindicato anche per altre ragioni. Ecco le principali:

  • Il diaframma non protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili, non è dunque indicato in caso di rapporti occasionali, in cui non si conosce lo stato di salute dell'altra persona
  • Il diaframma potrebbe favorire l’insorgenza di infezioni alle vie urinarie, perciò è sconsigliato nelle donne che hanno la tendenza allo sviluppo di infezioni batteriche
  • L'inserimento del dispositivo può risultare problematico, specialmente per le donne più giovani o inesperte che non hanno piena consapevolezza dell’anatomia del proprio apparato genitale
  • L'utilizzo del diaframma è controindicato nelle donne caratterizzate da malformazioni o posizioni anomale del canale vaginale o del collo dell'utero che potrebbero interferire con il suo corretto posizionamento, per esempio in presenza di condizioni quali cistocele, rettocele o prolasso uterino 
  • Il diaframma non può essere impiegato in presenza di allergie ai prodotti spermicidi, al lattice o al silicone
  • L'uso di spermicidi può essere fastidioso per alcune persone
  • L'utilizzo del contraccettivo va evitato in caso di infiammazioni vaginali e deve essere sospeso fino alla completa guarigione
  • Seppure raramente, il diaframma può provocare la sindrome da shock tossico
  • Dal momento che deve essere inserito prima di un rapporto penetrativo, il contraccettivo costringe a pianificare l'atto sessuale